La procura di Roma ha chiuso le indagini sul filone d'inchiesta relativo alla foto di Chistian Gabriel Natale Hjorth, l'americano accusato di concorso nell'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, bendato nella caserma dei Carabinieri di via in Selci poco dopo il fermo.

E ora a rischiare il processo sono i due carabinieri che, nella vicenda, hanno avuto ruoli diversi.

Il primo ad essere stato individuato grazie alle indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo, coordinati dal procuratore facente funzioni Michele Prestipino e del procuratore aggiunto Nunzia D'Elia, era stato il carabiniere Fabio Manganaro per aver bendato l'americano, accusato ora di misura di rigore non consentita dalla legge.

Successivamente era stato iscritto nel registro degli indagati l'altro militare, Silvio Pellegrini, per abuso di ufficio e per pubblicazione di immagini di persona privata della libertà: a lui infatti è contestato di aver scattato la foto del giovane californiano e di averla poi diffusa.

Rischio processo, con riferimento alla morte di Cerciello Rega, anche per l'ex comandante della stazione dei carabinieri di piazza Farnese, Sandro Ottaviani, che la notte dell'omicidio del vicebrigadiere aveva affermato di aver ricevuto la pistola d'ordinanza da Andrea Varriale, collega della vittima, al pronto soccorso dell'ospedale Santo Spirito.

La Procura di Roma gli contesta il reato di falso, e dopo che successivamente è stato accertato che anche Varriale, oltre a Cerciello Rega, era disarmato.

Sentito dai pm il 9 agosto Varriale aveva ammesso di essere andato disarmato all'appuntamento con i due americani dove il collega era poi stato colpito a morte con 11 coltellate.

(Unioneonline/v.l.)
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