"Rispetto l'opinione di Barbero e degli altri nostri strutturati che la pensano come lui, ma non è la posizione dell'ateneo".

Arriva pronta la replica di Gian Carlo Avanti, rettore dell'Università del Piemonte Orientale (Upo), medico e direttore del Pronto Soccorso di Novara, alla decisione di uno dei più famosi docenti dell’Ateneo, Alessandro Barbero, noto divulgatore scientifico sul Medioevo, di firmare l’appello assieme ad altri accademici di tutta Italia - quasi 400 le firme raccolte - per dire "no" al certificato verde negli atenei.

"La tessera verde suddivide la società in cittadini di serie A, che continuano a godere dei propri diritti, e cittadini di serie B, che vedono invece compressi quei diritti garantiti dalla Costituzione, tra cui eguaglianza, libertà personale e libertà di opinione", recita il manifesto, che si batte "contro la natura discriminatoria del Green pass".

Secondo Barbero “un conto è dire 'Signori, abbiamo deciso che il vaccino è obbligatorio perché è necessario, e di conseguenza, adesso introduciamo l'obbligo': io non avrei niente da dire su questo. Un altro conto - ha detto a una festa della Fiom organizzata in Toscana - è dire 'No, non c'è nessun obbligo, ma non puoi più andare all'università senza il Green Pass'".

A sottoscrivere il documento ci sono altri docenti dell'Upo, tra cui professori di Economia Aziendale, Economia Politica, Diritto comparato e Letteratura Inglese. 

"Ho appreso che il professor Barbero, nostro preziosissimo docente, insieme ad altri strutturati ha firmato l'appello contro il green pass nelle università - sottolinea il rettore -. La loro opinione non deve essere confusa con quella della stragrande maggioranza dei docenti, studenti e personale dell'Upo, favorevole al green pass e fermamente allineata alla prevalenza della 'libertà collettiva' su cui si è espressa anche la ministra Maria Cristina Messa. Dal primo settembre la verifica del pass verde non ha sollevato alcun problema - aggiunge -, anche in situazioni complesse come il test d'ingresso di Medicina con circa 900 candidati. Sull'obbligo vaccinale, come medico direttore del Pronto Soccorso, ben memore della paurosa situazione di un anno fa, non posso che essere favorevole. Anzi esortare tutti a vaccinarsi il più presto possibile".

(Unioneonline/D)

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