“Lo portiamo in campagna e lo scanniamo come un vitello".

Sono le parole con cui alcuni presunti affiliati a un clan mafioso di Bagheria (Palermo) progettavano l’omicidio di un rivale scomodo. Tra loro, Massimiliano Ficano, arrestato nella notte assieme ad altre 7 persone, con l'accusa di essere il nuovo capo della famiglia mafiosa della zona.

"Perché ora così deve andare, le bontà non pagano, chi sbaglia paga", diceva Ficano nelle intercettazioni raccolte dagli investigatori.

In base a quanto accertato dalle indagini, su ordine del boss, il 19 agosto scorso, in sei avrebbero selvaggiamente picchiato lo stesso rivale, provocandogli un trauma cranico e delle ferite alla mano. Ma l’uomo nonostante il pestaggio aveva continuato a non calare la testa. Per questo – hanno ricostruito gli inquirenti – bisognava passare a maniere ancora più forti. “Lo prendiamo, o lo lasciamo là, o lo prendiamo e lo buttiamo in un cassonetto di immondizia… ci dobbiamo organizzare questa volta bene… che dobbiamo fare le cose perfette", un’altra delle frasi intercettate. Ma l’idea dell’omicidio – intercettata dalle forze dell’ordine – ha fatto scattare il blitz preventivo. 

In azione sono entrati i carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia.

(Unioneonline/l.f.)

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