Landini (Cgil): «Il referendum può cambiare il Paese, non è contro il governo»
Per il sindacalista c’è ancora poca informazione: «Confido nell’impegno di Pd e Cinque Stelle»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dei referendum «tv, giornali, organi di informazione non ne stanno parlando a sufficienza, e il governo non si esprime. Così, buona parte del Paese non sa che l'8 e 9 giugno si vota». A dichiararlo al Corriere della Sera è il segretario della Cgil Maurizio Landini.
«La disinformazione - dice ancora - rischia di non favorire la partecipazione al voto. Mettendo insieme i diritti del lavoro e di cittadinanza, si punta a cambiare radicalmente le politiche degli ultimi trent'anni, che hanno imposto a giovani e donne una condizione di eterna precarietà. Non si vogliono rimettere in discussione gli attuali rapporti di forza e far sì che la nostra Costituzione sia davvero applicata. Qualcuno ha paura della democrazia e preferisce il silenzio».
Il leader della Cgil confida che «ci sia l'impegno di tutte forze politiche, anche quelle che non hanno firmato per i referendum, affinché sia raggiunto il quorum. Tutte le forze di opposizione che abbiamo incontrato ci hanno garantito il loro impegno, mentre non ci hanno risposto i partiti della maggioranza e questo mi preoccupa. Mi auguro che tutti diano indicazione di andare a votare. Il silenzio o addirittura l'invito ad andare al mare sarebbero un atto antidemocratico».
E guardando al governo afferma: «Finora vedo un inquietante silenzio, non so se per imbarazzo o per scelta, perché i provvedimenti presi da questo esecutivo vanno in direzione opposta, sia sulla cittadinanza sia sulla liberalizzazione dei contratti a termine. Ma voglio dire che questi referendum non sono contro questo o quel governo o forza politica. Questi referendum sono contro una cultura dominante. Noi, invece, vogliamo rimettere al centro il lavoro, le persone e i loro diritti».