Camilla Canepa, la studentessa di 18 anni morta 9 giorni dopo avere ricevuto il vaccino AstraZeneca in un open day, fu dimessa dall'ospedale di Lavagna (Genova) il 4 giugno con le piastrine ancora basse e dopo solo una notte di osservazione.

Particolare, questo, che fa pensare agli investigatori dei Nas che i medici non le somministrarono alcuna terapia come invece previsto dai protocolli. Le linee guida dell’Aifa prescrivono che, in caso di piastrinopenia dopo il vaccino, i pazienti vadano trattati con immunoglobine e steroidi.

Sono state rispettate? E’ quel che stanno verificando il medico legale Luca Tajana e l'ematologo Francio Piovella, che hanno acquisito tutta la documentazione medica.

La giovane si era presentata all'ospedale di Lavagna il 3 giugno con un fortissimo mal di testa e fotosensibilità. I medici le avevano fatto una tac senza liquido di contrasto, risultata negativa, e l'avevano tenuta in osservazione. Le avevano trovato le piastrine basse e le avevano chiesto se in famiglia qualcuno avesse avuto problemi di piastrine in passato.

Il 5 giugno la studentessa era tornata in ospedale, quando il quadro clinico era ormai compromesso. E’ morta dopo due giorni, nonostante i due interventi a cui è stata sottoposta all’ospedale San Martino di Genova.

Martedì l'autopsia ha confermato il decesso per emorragia cerebrale, ma il medico legale ha chiesto 90 giorni per completare gli accertamenti istologici.

Ieri a Sestri Levante si sono tenuti i funerali della ragazza.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata