Il 18 maggio 2017 si è suicidata lanciandosi nel vuoto dalla Rupe Atenea di Agrigento. Aveva solo 17 anni.

Ed oggi, a quasi sei anni di distanza, emerge il motivo del tragico gesto. La ragazza, Alice, era stata costretta ad avere rapporti sessuali con quattro ragazzi che frequentava abitualmente e le scene di sesso – riprese con un cellulare – sono state fatte girare tra tutti i ragazzi della comitiva.

Per due anni aveva cercato di dimenticare l’orrore subito, poi ha deciso di farla finita con un volo di centinaia di metri.

La famiglia aveva presentato un primo esposto contro ignoti per istigazione al suicidio, archiviato dalla Procura di Agrigento. Ma le indagini sono andate avanti e la Polizia ha trovato i filmati, riuscendo così a ricostruire il motivo per cui la ragazza si è uccisa.

Il caso è stato trasmesso ai pm di Palermo perchè a carico dei 4 indagati - due dei quali all'epoca dei fatti erano minorenni - è stata avanzata l'ipotesi di diffusione di materiale pedo-pornografico, reato di competenza della Procura distrettuale. Ai due che erano maggiorenni all'epoca dello stupro è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio. Per i due minorenni, che ora hanno 22 anni, sta invece procedendo la Procura minorile, sempre di Palermo.

Ai quattro si contesta di avere realizzato e prodotto materiale pedo-pornografico con una quindicenne costretta «con violenza e abuso» a subire i rapporti. Contestate anche le aggravanti di aver realizzato video con una minore di 16 anni e d'aver commesso l’atto «in più persone riunite».

La ragazza, prima di lanciarsi nel vuoto, aveva scritto un lungo post su Facebook: «Nessuno di voi sa e saprà mai con cosa ho dovuto convivere da un periodo a questa parte. Quello che mi è successo non poteva essere detto, io non potevo e questo segreto dentro di me mi sta divorando. Ho provato a conviverci e in alcuni momenti ci riuscivo così bene che me ne fregavo, ma dimenticarlo mai. Perché devo sopportare tutti i momenti no? Che pur fregandomene, sono abbastanza stressanti, se anche quando tutto va bene e come dico io, il mio pensiero è sempre là? Non sono una persona che molla, una persona debole, io sono prepotente, voglio cadere sempre in piedi e voglio averla sempre vinta, ma questa volta non posso lottare perché non potrò averla vinta mai, come non posso continuare a vivere così, anzi a fingere così».

I quattro agrigentini indagati per la Procura avrebbero abusato delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della giovane, che sarebbe stata sotto effetto di alcol. E lo avrebbero fatto nonostante la giovane avesse pronunciato ripetutamente frasi che non lasciano spazio a equivoci: «Non voglio, non posso, mi uccido, ti prego mi sento male». A turno l’avrebbero costretta a subire un rapporto sessuale riprendendo la scena per poi divulgarla agli altri amici.

(Unioneonline/L)

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