«La criminalità usa il lavoro stagionale per l’immigrazione irregolare»: esposto di Meloni
La premier punta il dito soprattutto sulla Campania: «157mila richieste di nullaosta, ma meno del 3% diventano contratti»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha presentato personalmente un esposto alla Procura Antimafia sugli ingressi in Italia di lavoratori stranieri tramite i cosiddetti “decreti flussi”.
Secondo la premier, la normativa tra le sue maglie consentirebbe alla criminalità di attivare un «canale ulteriore di immigrazione irregolare».
In particolare secondo Meloni le irregolarità riguarderebbero la Campania governata da Vincenzo De Luca, con cui nelle ultime settimane ha già avuto una serie di botta e risposta al veleno («Sono quella stronza della Meloni» e non solo).
«In Campania, regione dalla quale vengono fatte richieste di nullaosta per 157mila persone, meno del 3% di chi ottiene il visto per il lavoro stagionale o turistico alberghiero sottoscrive il contratto di lavoro», ha spiegato Meloni in un video. «Questo significativo scarto tra i numeri è però una caratteristica che accomuna con numeri meno spaventosi molte regioni italiane», ha aggiunto la premier. «Che significa? Per noi significa che i flussi di immigrati regionali per lavoro vengono usati in modo fraudolento e come canale di immigrazione irregolare. Significa che la criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande e decreti flussi sono stai usati per l'accesso in Italia a persone che non avrebbero avuto diritto verosimilmente dietro pagamento di denaro». E poi la stoccata all’amministrazione regionale: «È ragionevole ritenere che le stesse degenerazioni si trascinassero da anni e mi stupisce che nessuno se ne sia reso conto».
Una situazione su cui il governo intende intervenire modificando, tra l’altro, la legge Bossi-Fini del 2002.
Dal canto proprio l’opposizione e in particolare il Pd chiede che la commissione Antimafia convochi al più presto a riferire sia la presidente del Consiglio che il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo.
(Unioneonline/l.f.)