Non solo l'inchiesta sul rapimento della Procura di Roma, anche a Milano è stato aperto un fascicolo riguardante Silvia Romano.

Riguarda gli insulti e le minacce ricevuti dalla cooperante rapita un anno e mezzo fa in Kenya e liberata sabato scorso a pochi chilometri da Mogadiscio.

La 25enne ha detto al responsabile dell'antiterrorismo di Milano Alberto Nobili di essere "serena" malgrado le minacce. Al momento gli investigatori stanno raccogliendo e vagliando tutti i messaggi minatori, non solo i post sui social ma anche alcune lettere, poi valuteranno anche se alcuni messaggi possano essere riferibili a gruppi di estrema destra.

Anche la madre di Silvia è stata sentita dagli inquirenti.

E al vaglio dei pm milanesi c'è anche un post di Vittorio Sgarbi, il quale ha scritto che la ragazza "va arrestata per concorso esterno in associazione terroristica". E' stata la stessa cooperante a parlare del post nell'audizione davanti al pm Nobili e agli investigatori del Ros.

AL CASORETTO - Sotto casa di Silvia Romano, intanto, qualcuno si ferma a leggere i cartelli appesi al portone dell'abitazione, anche facendo qualche selfie. Qualcun altro passando in auto suona il clacson e urla "Vai Silvia". Ma c'è anche chi lancia qualche insulto: "Gli italiani muoiono di fame e noi spendiamo un milione per questa che va laggiù ed è pure islamica". O ancora: "Bisogna andare a prendere la gente perbene, non sta st***za qui". C'è anche chi la definisce senza mezzi termini una "traditrice".

FACEBOOK - Il profilo di Silvia Romano non è scomparso, come pareva a un certo punto questo pomeriggio. Esiste ancora, ma con un livello maggiore di privacy che rende più difficile la ricerca per chi non è suo amico o amico dei suoi amici. Non viene aggiornato da novembre 2018, quando fu rapita.

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata