Il vaiolo delle scimmie è arrivato in Europa: i sintomi, come prevenire il contagio e le categorie a rischio
Il vademecum dell’Iss, la malattia in Congo ha causato 537 decessi(Ansa)
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Il vaiolo delle scimmie è arrivato in Europa e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) invita a tenere alta la guardia vista l’alta probabilità che si verifichino più casi importati della malattia causati dalla nuova variante Clade I.
La nuova valutazione del rischio si basa sull’evoluzione in Africa, dove l’epidemia, partita nel 2022 dal Congo (15.600 casi e 537 decessi) si sta estendendo a più Paesi.
Alla luce di questa situazione, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato il vaiolo delle scimmie, o mpox, un'emergenza di salute pubblica internazionale.
La prevenzione si muove su un doppio binario, diagnosi e vaccinazioni. Per quanto riguarda la diagnosi, lo strumento sono i test. Quelli sierologici attuali «non consentono una diagnosi precoce, ma solo una conferma della malattia in fase avanzata», osserva il virologo Francesco Broccolo, dell'Università del Salento. «L'adozione di test molecolari specifici per il nuovo ceppo virale potrebbe migliorare significativamente la tempestività e l'efficacia della diagnosi e del trattamento del vaiolo delle scimmie», aggiunge, anche alla luce «dell'attuale carenza di farmaci antivirali e vaccini preventivi e post-infettivi». Per quanto riguarda i vaccini, il ministero della Salute informa di avere «attivato i canali operativi con Aifa e Iss per la pianificazione di strategie di contenimento del rischio nell'eventualità di variazione dello scenario attuale» e che «la scorta nazionale di vaccini al momento è sufficiente a garantire il fabbisogno».
Alla luce dei numerosi casi che in Africa colpiscono gli adolescenti, l'azienda danese Bavarian Nordic, produttrice del vaccino, ha chiesto all'Agenzia europea dei medicinali l'autorizzazione per l'uso nei giovani da 12 a 17 anni. Attualmente, infatti, il vaccino è approvato solo per le persone di età superiore ai 18 anni.
LE RACCOMANDAZIONI DELL’ISS
L’allarme sale anche in Italia, dove l’Istituto superiore di sanità ha pubblicato i dati attualmente disponibili relativi a sintomi, vie del contagio e misure di prevenzione. Mpxv è stato per la prima volta indentificato nelle scimmie nel 1958 in un laboratorio danese, nell’uomo nel 1970, nella Repubblica Democratica del Congo.
I sintomi si manifestano dopo un periodo di incubazione variabile da 5 a 21 giorni e i principali sono con febbre, cefalea, linfonodi ingrossati, mal di schiena, mialgia e debolezza. A distanza di 1-3 giorni dalla febbre si manifestano eruzioni cutanee che dal viso si diffondono ad altre parti del corpo, soprattutto a mani e piedi. La malattia dura da 2 a 4 settimane e nelle forme più gravi richiede il ricovero in ospedale. Le persone a più alto rischio sono bambini, donne in gravidanza e le persone con problemi al sistema immunitario.
La trasmissione da uomo a uomo è avvenuta per la prima volta nel 2022, quando l'epidemia era stata sostenuta quasi esclusivamente attraverso il contatto sessuale, ma può avvenire anche tramite il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee, da oggetti contaminati o per il contatto prolungato faccia a faccia.
Per quanto riguarda il vaccino, l'Iss osserva che è possibile che chi sia stato vaccinato contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) sia a minor rischio di infezione da vaiolo delle scimmie. È inoltre disponibile un vaccino attenuato contro il vaiolo efficace anche contro questo virus. «Nell'attuale contesto epidemiologico - osserva l'Iss – non è raccomandata la vaccinazione per la popolazione generale» e «al momento la vaccinazione è offerta ad alcune categorie di persone più a rischio. Per evitare la trasmissione del virus si raccomanda l'uso del profilattico in caso di rapporti sessuali con persone di cui non si conosce lo stato di salute, sebbene il virus possa essere trasmesso attraverso il contatto diretto di altre aree del corpo. È inoltre consigliabile astenersi da contatti sessuali o di altro tipo con individui con infezione da Mpox possibile o nota e con persone con lesioni visibili o altri sintomi compatibili con Mpox. Si raccomanda di non condividere posate o tazze con una persona affetta da Mpox, non toccare lenzuola, asciugamani o indumenti di una persona affetta da Mpox, di lavarsi le mani con acqua e sapone dopo ogni contatto con una persona o un animale affetto da Mpox».