«Papa Francesco ha incontrato i giovani in molteplici occasioni, ha parlato loro con un linguaggio diretto, incoraggiandoli a essere protagonisti della Chiesa e della società, senza paura di sognare in grande. Li ha invitati al discernimento, alla solidarietà e all'impegno concreto per la giustizia e la pace», sottolinea Andrea Picciau, promotore vocazionale della Provincia Eum e referente per la rete Magis, che raggruppa le diverse realtà impegnate a servizio dei giovani.

«Ci ha invitato non solo a servirli, ma ad assumere la loro prospettiva e ad accompagnarli, per camminare al loro fianco, e così intravedere il futuro. Seguendo il suo esempio e la sua fiducia nella forza trasformante del Vangelo nelle nuove generazioni, rinnoviamo il nostro impegno nella missione educativa e pastorale, perché i giovani possano essere protagonisti di un futuro di speranza».

«Con il pontificato di Papa Francesco», spiega Paolo Monaco, direttore del Centro Ignaziano di Spiritualità, «l'accompagnamento personale, il discernimento spirituale delle mozioni interiori, la conversazione spirituale, il discernimento spirituale in comune, elementi della spiritualità di sant'Ignazio di Loyola sono entrati nel Magistero e nella vita della Chiesa. Nel cuore e nella vita di Papa Francesco, gesuita, abbiamo contemplato la Luce che Sant'Ignazio sperimentò al Cardoner, in azione. Dio si è incamminato ancora una volta verso ogni uomo e ogni donna, perché ciascuno e tutti insieme possiamo andare verso di Lui».

«Riguardo all'ecologia e alla giustizia sociale, l'insegnamento di Francesco è stato soprattutto orientato a darci degli strumenti per comprendere come possiamo uscire insieme dall'attuale crisi climatica, sociale e geopolitica», evidenzia Mauro Bossi sj, esperto e delegato del Provinciale per la riflessione sull'ecologia integrale.

«Ha spesso fatto riferimento a un dialogo multilaterale, alla necessità di inclusione dei popoli nei processi decisionali, e alla maggiore responsabilità dei Paesi industrializzati per nel rispondere alle sfide climatiche».

«Accompagnare chi è rimasto al bordo della strada». Papa Francesco ci ha ricordato questo nel suo pontificato», sottolinea Camillo Ripamonti sj, presidente del Centro Astalli. «L'incontro e l'ascolto di chi è stato escluso, di chi vive le periferie esistenziali restituisce dignità: guardare negli occhi, toccare le ferite. I rifugiati, verso i quali Papa Francesco ha sempre avuto grande attenzione, sono quella 'carne di Cristo' la cui accoglienza apre la speranza a un futuro di pace». 

(Unioneonline)

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