Via dal 15 ottobre al Green pass obbligatorio nelle aziende. La certificazione verde sarà necessaria per tutti i lavoratori, e persino per eventuali collaboratori e fornitori dovessero avere accesso nelle strutture.

L’obbligo resterà fino al 31 dicembre, termine dello stato di emergenza, seppur il decreto relativo alle norme previste potrebbe subire modifiche.

Il Governo, intanto, ha già pubblicato alcune Faq, utili a orientarsi nelle nuove regole: LEGGI

I CONTROLLI – Le indicazioni prevedono controlli giornalieri e preferibilmente all'accesso in azienda, a campione (in misura non inferiore al 20% e con un criterio di rotazione) o a tappeto, con o senza l'ausilio di sistemi automatici.

In generale, chi non avesse il green pass non potrà lavorare. La mancanza del documento sarà considerata un’assenza ingiustificata e quindi sarà sospeso il pagamento dello stipendio, ma senza sanzione disciplinare. L’obbligo di green pass non è invece previsto per coloro che potranno esibire un certificato medico in cui si spiega che il lavoratore non può essere vaccinato. Le certificazioni possono essere rilasciate dai medici dei servizi vaccinali e dai medici di base.

I tempi di validità del passaporto verde a chi esegue i tamponi non cambiano e restano di 48 ore con test rapido e 72 con molecolare. Dunque nessuna “deroga” o modifica delle regole all'ultimo minuto e quindi ai non vaccinati (esenti con certificato esclusi) toccherà adeguarsi.

CHI CONTROLLA – Il controllo del green pass spetta al datore di lavoro: chi omette i controlli rischia una sanzione amministrativa dai 400 ai 1.000 euro. L’imprenditore deve incaricare un responsabile dei controlli. La verifica del green pass può essere effettuata mediante la scansione del QR code, utilizzando esclusivamente la app “VerificaC19”. Le attività di verifica non possono comportare, in alcun caso, la raccolta dei dati dell’intestatario. 

I NODI – Molte difficoltà potrebbero spuntare nei cantieri o ditte in appalto, visto che chi è privo di pass potrebbe bloccare l'andamento di una determinata catena di lavori. Così come resta aperta la questione dei lavoratori stranieri - in particolare dell'Est - vaccinati con Sputnik, un siero non riconosciuto dall'Ema. Su quest'ultimo aspetto ci sono più ipotesi allo studio, una di queste è di effettuare un’ulteriore dose addizionale con un vaccino a mRna in chi è vaccinato con sieri non riconosciuti dall'Ema. C'è poi chi pensa di installare tornelli mentre altri lamentano l'aggravio di spese che sarà determinato dai necessari controlli.

"Sarà possibile rivedere ed eventualmente ridurre l'attuale applicazione del green pass con l'inizio del nuovo anno – precisa il sottosegretario alla Salute Andrea Costa – se i dati dell'epidemia continueranno a mostrare un trend di miglioramento, ma una valutazione più precisa sarà fatta a dicembre in concomitanza con la scadenza dello stato di emergenza che auspichiamo possa avere termine". Per il suo collega, il sottosegretario Maurizio Sileri, "verranno riviste anche le regole sull'uso della mascherina", così come "le quarantene, gli isolamenti e altro. "Il Green pass - ha aggiunto Sileri - sarà probabilmente l'ultima cosa che sarà tolta".

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – "Maggiore flessibilità negli orari di ingresso e di uscita" dal lavoro è quanto prevede il dpcm, già adottato da premier Draghi, con le linee guida relative all'obbligo di possesso e di esibizione della certificazione verde Covid-19 da parte del personale delle pubbliche amministrazioni. "Ogni amministrazione, anche al fine di non concentrare un numero eccessivo di personale sulle mansioni di verifica della certificazione verde, dovrà provvedere ad ampliare le fasce di ingresso e di uscita dalle sedi di lavoro del personale alle proprie dipendenze", affermano fonti di governo. "Sarà quindi consentito il raggiungimento delle sedi di lavoro stesse e l'inizio dell'attività lavorativa in un più ampio arco temporale".

(Unioneonline/v.l.)

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