Una famiglia letteralmente distrutta dal Covid-19.

A Gela, il paese più colpito dall'epidemia in provincia di Caltanissetta con 358 positivi e 30 pazienti ricoverati, i tre componenti dello stesso nucleo, madre, padre e figlio, sono morti a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro.

La prima a stare male era stata la madre, 72 anni, ricoverata il 23 ottobre con una polmonite bilaterale da coronavirus al reparto di Rianimazione dell'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta dove era stata intubata.

Poi il figlio cinquantenne, che si occupava dell'assistenza degli anziani genitori. Qualche giorno dopo anche il capofamiglia, un anziano di 80 anni, ricoverato al "San Giovanni Di Dio" di Agrigento quando ormai le condizioni di moglie e figlio erano precipitate.

Nel giro di dieci giorni, purtroppo, si sono aggravati e sono morti tutti e tre.

"Una tragedia che deve indurci tutti ad essere ancora più attenti e ad osservare scrupolosamente le regole. A questa famiglia non posso che esprimere il mio cordoglio e la mia vicinanza", ha detto padre Giorgio Cilindrello, che nel pomeriggio ha celebrato il funerale del pensionato di 80 anni: "Sapere che una madre, poi un figlio e adesso anche il padre sono morti in soli 10 giorni - ha sottolineato il sacerdote - non può che farci riflettere su quanto sia pericoloso questo virus. Ai ragazzi, ma anche agli adulti, dico: non abbiate paura e non lasciatevi prendere dalla fobia ma abbiate equilibro e responsabilità".

"Dal punto di vista scientifico - ha spiegato il primario del reparto di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale Sant'Elia, Giancarlo Foresta - attualmente non ci sono evidenze che un gruppo con una particolare predisposizione genetica sia soggetto ad avere una sintomatologia più grave di altri dopo aver contratto il virus. Non esistendo una correlazione chiara con un gruppo specifico di persone penso alle loro patologie pregresse".

"Dolore, tristezza, incredulità" sono stati espressi dal sindaco di Gela, Lucio Greco: "In appena dieci giorni una famiglia ha perso la battaglia contro un virus che non guarda in faccia nessuno. Stiamo vivendo davvero una fase drammatica, e ora più che mai dobbiamo restare uniti, compatti, solidali. Dobbiamo essere comunità".

(Unioneonline/D)
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