Alfredo Cospito ha ripreso ad assumere gli integratori.

A quanto si è saputo da ambienti giudiziari e penitenziari, la decisione dell'esponente della Fai, arrivato al 117 giorno di sciopero della fame, è stata presa per riuscire ad arrivare «lucido» all'udienza del 24 febbraio in Cassazione e dopo il parere con cui il pg ha chiesto la revoca del 41 bis, regime in cui si trova e contro il quale sta protestando.

Dalla fine di gennaio, subito dopo il suo trasferimento dal carcere di massima sicurezza di Sassari al centro clinico del carcere milanese di Opera, andava avanti con acqua, almeno tre litri al giorno, zucchero o sale. Dopo la sentenza della Suprema Corte deciderà come e se proseguire la sua protesta. 

Due giorni fa l’anarchico è stato trasferito dal centro Clinico di Opera al reparto di medicina penitenziaria del San Paolo a Milano.

Il procuratore generale della Cassazione, Pietro Gaeta, in una requisitoria depositata martedì scorso in vista dell'attesa camera di consiglio del 24 febbraio, ha chiesto di revocare il regime di carcere duro per l'anarchico e rinviare ad un nuovo esame.

Il pg ribadisce che il 41-bis è finalizzato ad evitare «ulteriori reati o attività dell'associazione esterna» ma in questo caso è necessario - spiega il procuratore - che emerga una «base fattuale» sulla base di «elementi immanenti e definiti», cosa che «non è dato riscontrare» nell'ordinanza del tribunale di sorveglianza su Cospito.

Dodici pagine che lasciano ancora sperare la difesa che puntava proprio in un annullamento con rinvio da parte della Suprema Corte. «Cospito - aveva tuonato tre giorni fa l'ex senatore Luigi Manconi - è sottoposto ad un provvedimento illegale e sproporzionato».

Intanto, nel suo primo giorno nella stanza d'ospedale destinata ai detenuti al 41-bis, una vera e propria cella, l'anarchico di origini pescaresi ha rifiutato la sedia a rotelle e ha camminato autonomamente. Le sue condizioni di salute, come riferito dal medico Andrea Crosignani, sono ormai al limite con un rischio «di edema cerebrale e aritmie cardiache potenzialmente fatali». 

(Unioneonline/D)

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