Corruzione e falso: i pm rivolgono a Giovanni Toti oltre 100 domande
Il governatore della Liguria risponde a tutto, è ai domiciliari dal 7 maggioPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ha risposto a oltre cento domande Giovanni Toti durante l’interrogatorio dei pm Federico Manotti e Luca Monteverde, con l'aggiunto Vittorio Ranieri Miniati, durato circa otto ore, nella caserma del Roan della Guardia di finanza a Genova.
Il presidente della Regione Liguria è stato messo ai domiciliari il 7 maggio scorso per corruzione e falso.
Le domande hanno riguardato i finanziamenti ricevuti non solo da Aldo Spinelli e Francesco Moncada, ma anche dal re delle discariche Pietro Colucci e da altri imprenditori. Poi c’erano quelle relative al presunto voto di scambio.
Toti, assistito dall'avvocato Stefano Savi, ha risposto a tutto.
«Ogni euro incassato ha avuto una destinazione politica: nessun contributo ha prodotto arricchimento o utilità personale a me, agli altri appartenenti al mio partito o a terzi privati», ha scritto nella memoria consegnata ai pubblici ministeri. «Ogni dazione di denaro - ha aggiunto - è stata accreditata con metodi tracciabili e rendicontata. Del pari tutte le spese sostenute sono state rendicontate e pubblicizzate in termini di legge e anche oltre. I bilanci e i rendiconti sono stati (e sono ancora) pubblicati sui siti internet delle organizzazioni politiche a mio sostegno».
Intanto la leader del Pd, Elly Schlein, chiede le dimissioni del governatore: «Quello che emerge dalle indagini in Liguria è estremamente grave» dopo di che «sulle responsabilità penali individuali la magistratura farà il suo corso» ma «c'è un'ombra sulla gestione della Regione che è il motivo per cui abbiamo chiesto le dimissioni di Toti». Queste le dichiarazioni rilasciate durante la trasmissione “In Onda” su La7.
(Unioneonline/s.s.)