Coppia gay presa a pugni e cinghiate, identificati gli aggressori: tre uomini e una donna
In un video le immagini delle violenze, nell’indifferenza dei passanti: le vittime stavano attraversando la strada mano nella mano(Ansa)
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Identificati dai carabinieri i quattro presunti autori dell'aggressione alla coppia gay avvenuta nei giorni scorsi a Roma. Secondo quanto si apprende, si tratterebbe di tre uomini e una donna, poco più che ventenni e incensurati. I due ragazzi, accompagnati dall'avvocato, sarebbero stati risentiti stamattina dai carabinieri dell'Eur e avrebbero riconosciuto dalle foto i quattro.
Nelle prossime ore dovrebbe essere inviata un'informativa in Procura. Da una prima ricostruzione, sembrerebbe che tutto sia nato da una lite stradale poi degenerata con calci, pugni, cinghiate, insulti omofobi nei confronti della coppia gay. Violenze immortalate in un video poi diffuso dal Gay Center.
I due giovani stavano attraversando la strada quando è arrivata la macchina con a bordo i quattro. «Mentre attraversavano la strada, mano nella mano, un'auto ha tagliato loro la strada per poi fermarsi – ricostruisce il Gay Center –. Un grido di uno dei due ragazzi, spaventato, ha scatenato la violenza. Quattro persone (tre uomini e una donna) sono scese dall'auto e li hanno picchiati, gridando insulti omofobi, senza che nessuno intervenisse, se non per filmare l'accaduto». Dopo essere andati al pronto soccorso - viene spiegato - le vittime hanno deciso di denunciare l'accaduto alla polizia e hanno chiamato il Gay Help Line, contact center antiomobitransfobia, per ricevere supporto legale.
«Non possiamo più accettare di vivere in una società dove la violenza, come quella che abbiamo subito, è ancora una triste realtà - dicono i due ragazzi aggrediti in una nota del Gay Center -. Siamo stanchi di dover avere paura di passeggiare mano nella mano, di guardarci continuamente alle spalle, di vivere con l'ansia costante di essere vittime di atti insensati. Oltre al dolore fisico del pestaggio, ci ha ferito profondamente l'indifferenza di chi ha assistito alla scena. Anziché intervenire per aiutarci, queste persone hanno preferito filmare l'accaduto e pubblicarlo sui social, beffandosi del nostro dolore. Rivedendo il video, siamo rimasti sconvolti dalla ferocia con cui siamo stati attaccati, senza che nessuno temesse le gravi conseguenze che un simile gesto poteva avere».
(Unioneonline/D)