Il trend positivo continua, e anzi accelera. Calo sensibile dei nuovi positivi e del numero di contagi, continua a diminuire, per il quarto giorno di fila, il numero di persone in terapia intensiva e scende anche la quantità di persone ricoverate.

Questi i dati forniti nel consueto bollettino della Protezione civile. I malati in Italia sono complessivamente 94.067, solo 880 in più rispetto a ieri, vale a dire meno della metà dell'incremento di lunedì quando erano stati 1.941.

Si tratta dell'incremento più basso dal 10 marzo, fa sapere il capo della Protezione civile Angelo Borrelli.

Il numero complessivo dei contagiati, comprese vittime e guariti, è di 135.686, 3.039 in più rispetto a ieri quando l'incremento era stato di 3.599.

Dei malati, 3.792 sono in terapia intensiva (106 in meno rispetto a ieri), 28.718 ricoverati (-258 rispetto a ieri) e 61.557 in isolamento domiciliare.

Resta alto il numero delle vittime, 604 (ieri 636), e porta il totale sopra quota 17mila (17.127).

Tanti i guariti, il secondo valore in assoluto dall'inizio dell'epidemia: sono 1.555 e portano il totale a 24.392.

I tamponi complessivamente effettuati sono 755.445.

La tabella del ministero della Salute del 7 aprile
La tabella del ministero della Salute del 7 aprile
La tabella del ministero della Salute del 7 aprile

REGIONE PER REGIONE - Domina sempre la Lombardia con 28.343 attualmente positivi (126 in più rispetto a ieri), 13.048 in Emilia Romagna (-3), 9.965 in Veneto (+243), 10.704 in Piemonte (+159), 3.738 nelle Marche (+32), 5.427 in Toscana (+126), 3.212 in Liguria (+35), 3.365 nel Lazio (+65), 2.765 in Campania (+67), 1.379 in Friuli Venezia Giulia (-17), 1.890 in Trentino (+52), 1.301 in provincia di Bolzano (+41), 2.137 in Puglia (+22), 1.859 in Sicilia (+44), 1.491 in Abruzzo (+66), 846 in Umbria (-26), 593 in Valle d'Aosta (+26), 821 in Sardegna (+2), 733 in Calabria (+11), 185 in Molise (-2), 265 in Basilicata (+3).

Quanto alle vittime, se ne registrano 9.484 in Lombardia (+282), 2.180 in Emilia-Romagna (+72), 695 in Veneto (+33), 1.319 in Piemonte (+68), 630 nelle Marche (+18), 369 in Toscana (+19), 620 in Liguria (+25), 216 in Campania (+12), 238 nel Lazio (+9), 164 in Friuli Venezia Giulia (+6), 209 in Puglia (+14), 174 in provincia di Bolzano (+10), 125 in Sicilia (+2), 172 in Abruzzo (+3), 49 in Umbria (+5), 100 in Valle d'Aosta (+4), 244 in Trentino (+14), 60 in Calabria (+2), 52 in Sardegna (+5), 13 in Molise (+0), 14 in Basilicata (+1).

"SEMBRA ESSERCI UNA DISCESA" - "Finalmente sembra che si inizi a vedere una diminuzione di nuovi casi: nella curva epidemica, dopo una fase di plateau, sembra esserci una discesa, la curva tende a flettere in basso. Ma aspettiamo domani o dopodomani prima di tirare un sospiro di sollievo". Così Giovanni Rezza dell'Iss durante la conferenza stampa.

"Siamo cauti ma la curva - spiega - tende a scendere in basso ed è un primo sospiro di sollievo. La situazione sembra migliorare come del resto avevano previsto i nostri modelli matematici, che prevedevano una riduzione del parametro R. Questo dato sembra confortare le stime e speriamo di assistere a una flessione, tenendo sempre a mente che questo virus rimarrà nella popolazione anche se calano i casi: non è però una 'tana libera tutti', non arriveremo a zero subito", ammonisce.

Ancora: "Bisognerà ingaggiare una dura lotta, ma questa è una prima battaglia vinta. Speriamo sia un risultato duraturo ma teniamo conto che dobbiamo mantenere vigorosamente le misure di distanziamento sociale raccomandate dalle autorità sanitarie perché ogni rilassamento può significare una ripresa della circolazione virale".

I TEST SIEROLOGICI - "Bisogna dire che fino ad ora le caratteristiche di quelli valutati non sono del tutto soddisfacenti, la sensibilità non è del 100% ma ben lungi, per cui bisogna valutarli e su tutti i test dobbiamo vedere risultati", dichiara ancora Gianni Rezza in merito ai test superveloci per verificare chi abbia sviluppato gli anticorpi contro il virus.

"C'è un gruppo di lavoro nel comitato tecnico scientifico e anche in Iss, di cui fa parte il policlinico San Matteo di Pavia - ricorda Rezza - che è fra i più attivi nella valutazione di questi test, che non servono a fare diagnosi, che si fa col tampone. Il test sierologico può mettere in evidenza anticorpi diretti contro il virus ma che non compaiono subito, bensì dopo alcuni giorni, per cui se si è avuta un'infezione recente o passata. Aiutano ma non sono dirimenti ai fini della diagnosi. Sono molto importanti per vedere l'esposizione al virus e la reale estensione dell'infezione".

(Unioneonline/L)

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