Nuova udienza a Grosseto per il processo sul naufragio della Costa Concordia. Protagonisti, coloro i quali erano in plancia con Francesco Schettino al momento del naufragio, costato la vita a 32 persone, il 13 gennaio 2012 al largo dell'Isola del Giglio. Chiamati a deporre, il maitre Ciro Onorato e il primo maitre Antonello Tievoli. E ancora: Mario Palombo, ex comandante di Costa spa, e la ballerina moldava Domnica Cemortan.

IL MAITRE - A fare importanti rivelazioni è stato Antonello Tievoli, primo maitre della Costa Concordia. "Durante una cena chiesi al comandante Schettino di passare meno lontani dalle usuali cinque miglia dal Giglio. E, il 6 gennaio, mi sembrava che fossimo più vicini del solito": ma "Schettino, giunto dopo sul ponte, non fu entusiasta della distanza" e "disse al vice di prendere nota per il 13 gennaio 2012". Viene così confermato che quel passaggio non fu un incidente, ma si trattava di una manovra compiuta altre volte dalla nave.

L'ALTRO TESTIMONE - Ciro Onorato è stato il primo testimone chiamato questa mattina. Al pm Maria Navarro ha ricordato alcuni istanti della sera del naufragio. "Io e l'hotel director Giampedroni eravamo vicini, sull'aletta sinistra, per vedere la navigazione, e lui a un certo punto mi dice: questo qui ci porta a sbattere sugli scogli. Io risposi: conoscendolo, non credo. Invece sbattemmo". "Sono salito in plancia dopo essere stato chiamato al telefono - ha precisato poi Onorato - Schettino indossava un giubbotto sopra l'uniforme ed era insieme alla Cemortan che si era cambiata l'abito di gala mettendosi vestiti più comodi. La situazione era critica". Sulla presenza di Domnica ha aggiunto: "Il comandante Schettino la sera del 13 gennaio era in compagnia di una signora, la moldava Cemortan, con cui cenò al ristorante Milano della nave. Mi fece i complimenti per il piatto di agnello appena mangiato, in quel momento gli arrivò una telefonata dal ponte di comando, chiese il dessert e disse che poi doveva andare a fare questa accostata al Giglio".

DOMNICA - Quindi sul banco dei testimoni è salita proprio la Domnica. Cui uno degli avvocati di parte civile ha subito chiesto: "Lei aveva una relazione con il comandante Francesco Schettino?". La donna moldava, però, si è rifiutata di rispondere, nonostante il presidente della Corte le abbia ricordato il dovere di dire tutta la verità. E così il processo ha dovuto essere interrotto per qualche minuto. Poi, al rientro in aula, l'ammissione: "Sì, ho avuto una relazione con Francesco Schettino. Ma dopo il naufragio non ci siamo più visti". Interrogata sul perché fosse a bordo della nave senza registrazione, la ballerina ha replicato, non senza imbarazzo, tramite il suo interprete: "Quando sei l'amante di qualcuno non ti chiedono il biglietto". Poi il racconto della tragica sera del naufragio: "Mi ero imbarcata sulla Costa Concordia come passeggero il 13 gennaio 2012. Conoscevo già Schettino, cenai in ristorante con lui.Mentre mangiavo il dessert Schettino mi ha fatto tipo uno scherzo, dicendomi che gli ufficiali dovevano chiamarlo al telefono perché dovevano rallentare la nave, perché io dovevo finire il dessert". Ancora: "Sull'avvicinamento al Giglio nulla mi disse, e del colloquio con gli ufficiali non mi riferì nulla non ho mai saputo del tragitto che doveva seguire la nave, solo alla fine mi ha invitata sul ponte di comando con Ciro Onorato". Sulla plancia "il capitano è andato prima di noi, poi io e Ciro Onorato ci siamo fermati all'ingresso, vicino alla porta". In plancia "tutto sembrava normale. Non ho visto niente perché era buio, a un certo punto silenzio e lui ha iniziato a dare comandi in termini marini, e ho sentito un ufficiale che era stato sbagliato l'ordine del comandante e il comandante l'ha brontolato ripetendo l'ordine. Dopo qualche minuto, è successo quello che è successo. Non ho sentito l'impatto, l'urto, ma ho visto le luci dell'allarme". Poi, all'uscita dall'aula, lo sfogo con i giornalisti: "Sono morta per la seconda volta. Adesso basta, voglio cominciare una nuova vita".

L'EX COMANDANTE COSTA - Infine, la Corte ha sentito Mario Palombo, ex comandante della Costa, ora in pensione, cui il 13 gennaio Schettino aveva telefonato. "Dissi a Schettino che non c'era motivo di fare il passaggio al Giglio, era inverno e sull'isola non c'era nessuno. Gli dissi 'ti consiglio di allontanarti', fai un giro e vai al largo". "Mi chiamò Tievoli - ha aggiunto Palombo - e rimasi sorpreso. Poi mi passò al telefono Schettino che mi disse: 'Abbiamo piacere di fare un passaggio a 0,4 miglia dal Giglio". "Lo sentivo in soggezione nei miei confronti, in anni passati fu imbarcato con me - continua - Ma ebbi un certo fastidio, perché un comandante chiedeva a un comandante una cosa che deve sapere. I fondali sono marcati sulle carte nautiche e poi non c'era motivo". Quanto all'inchino, da lupo di mare Palombo ha detto ai magistrati che a suo giudizio "su un passaggio a 0,12 miglia dalla costa... è impossibile" da fare per una nave di quelle dimensioni a quella velocità. Su Schettino, infine, Palombo ha ricordato di quando in anni precedenti era suo subalterno su un'altra nave della Costa Crociere: "Gli feci una relazione negativa, una nota sul comportamento, Schettino era rispettoso ma tendeva spesso a scaricare le responsabilità sugli altri quando c'era qualche problema disciplinare o di altro tipo".
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