Una denuncia è stata già presentata ai carabinieri e altre ne arriveranno a breve. Centinaia di vittime delle molestie sessuali subite lo scorso fine settimana a Rimini in occasione dell’adunata degli alpini sono pronte a presentare una querela contro ignoti.

Non Una di Meno, il gruppo che ha raccolto e diffuso le numerosissime segnalazioni, sta lavorando con il proprio team legale.

Una vicenda che suscita polemiche, mentre aumentano col passare delle ore le segnalazioni di episodi. Fischi, battute pesanti, attenzioni non richieste e qualcuno ha persino allungato le mani.

Nel pomeriggio una 26enne si è presentata con un’amica e il suo avvocato per raccontare quanto le è accaduto: sabato pomeriggio, ha riferito, è stata circondata e aggredita da tre persone in mezzo alla folla. L’avrebbero presa per un braccio, strattonata e insultata con espliciti riferimenti sessuali, prima che si divincolasse scappando via.

IL MINISTRO – Parla di “comportamenti gravissimi” il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che domenica ha partecipato alle iniziative. “Episodi che certamente andranno accertati dagli organi competenti, ma che non possono e non devono essere sottovalutati. Episodi, voglio ribadirlo con forza, che sarebbero all'opposto dei valori degli Alpini e di una manifestazione che è celebrazione di solidarietà, principi e bellissime tradizioni. È sbagliato fare generalizzazioni, ma allo stesso tempo non ci deve essere nessuna tolleranza: le molestie e le violenze non devono mai e in nessun caso trovare alcuna giustificazione e vanno condannate senza esitazioni”.

LA DIFESA DEGLI ALPINIRespinge le accuse l’associazione nazionale alpini: “E' chiaro che se ci sono denunce circoscritte e circostanziate prenderemo provvedimenti, ma al momento non ne risultano”, ha detto il presidente Sebastiano Favero.

In un comunicato l’associazione dà la colpa ai giovani che “si fingono alpini” indossando i cappelli, anche se la maggioranza delle testimonianze parla di uomini di una certa età: “Ci sono centinaia, se non migliaia, di giovani che pur non essendo alpini, approfittano della situazione: a costoro, per mescolarsi alla grande festa, basta infatti comperare un cappello alpino, per quanto non originale, su qualunque bancarella”, si legge.

MOLTE NON DENUNCERANNO – Molte delle vittime tuttavia non denunceranno, anche perché nella legge italiana non è facile configurare reati nei comportamenti denunciati a Rimini. Ad esempio in Francia c’è una specifica legge che punisce il catcalling, le molestie sessuali “di strada”.

“Le segnalazioni che sono arrivate dall'adunata degli alpini di Rimini - ha detto la vicepresidente della Regione Emilia Romagna Elly Schlein - devono essere prese sul serio anche quando non prendono la forma di una denuncia alle forze dell'ordine; spesso le donne non denunciano perché temono di non essere credute. Chi ha segnalato ha bisogno del supporto delle istituzioni. Non si tratta di episodi di maleducazione o di ubriachezza: queste sono molestie. E troppo poco si è capito che il problema è molto più profondo, è anche culturale”.

(Unioneonline/L)

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