Roberta Ragusa, la 44enne sparita nella notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012 a San Giuliano Terme (Pisa), è stata uccisa dal marito, Antonio Logli, che ne ha poi distrutto il cadavere, per motivi economici.

Lo affermano i giudici della Corte d'Appello di Firenze nelle motivazioni della sentenza che il 14 maggio scorso ha confermato la condanna dell'uomo a vent'anni di carcere per omicidio e distruzione di cadavere.

Nelle 81 pagine del documento, si legge che "la coppia Logli-Ragusa versava da tempo in irreversibile stato di crisi matrimoniale a causa della protratta relazione del marito" con Sara Calzolaio, la giovane dipendente dell'autoscuola di famiglia ed ex baby sitter dei figli della coppia.

"Gli interessi economici dei coniugi - scrivono ancora i giudici - erano strettamente intrecciati e non facilmente districabili vista la partecipazione in forma societaria all'attività di famiglia alla cui conduzione la Ragusa era principalmente dedita".

Nelle motivazioni si rileva inoltre, sulla base di alcune testimonianze, che la vittima "aveva preso in considerazione l'ipotesi della separazione" che invece "era avversata dal Logli, che ne temeva i contraccolpi economici nonostante fosse pressato anche dall'amante".

Secondo la corte, infine, "il diritto al silenzio" di Logli in tutta la fase processuale "certifica semplicemente la sua rinuncia a fornire la sua versione ma non incide sulla assoluta assenza di alternative letture della vicenda" e il mancato ritrovamento del corpo di Roberta Ragusa "impedisce di verificare con quale mezzo sia stato cagionato l'evento morte ma non esclude certo che l'omicidio si sia realizzato e a opera dell'imputato, anzi rafforza per quanto possibile il quadro indiziario".

(Unioneonline/F)

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