Caso Ferragni, via libera al ddl sulla beneficenza: regole più stringenti e multe fino a 50mila euro
Il Consiglio dei ministri ha approvato lil provvedimento, che riguarda sia le aziende che gli influencer: ecco cosa prevedePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge sulla trasparenza nella beneficenza che prevede nuove regole più stringenti, anche per gli influencer e alla luce del caso di Chiara Ferragni.
Il provvedimento è composto da cinque articoli in cui vengono fissate le informazioni che i produttori sono obbligati a fornire sulle attività di beneficenza. Produttori e professionisti devono riportare «sulle confezioni dei prodotti il soggetto destinatario dei proventi della beneficenza, le finalità a cui sono destinati i soldi». Inoltre, se c’è un importo predeterminato destinato alla beneficenza, va anche riportato sulle confezioni, nel caso non lo sia va invece riportata «la quota percentuale del prezzo di vendita o l’importo destinati alla beneficenza per ogni unità di prodotto».
Tali indicazioni vanno fornite anche nella pubblicità del prodotto e nelle comunicazioni commerciali.
«Prima di porre in vendita i prodotti – si legge ancora nel testo – il produttore o il professionista comunica all'Autorità garante della concorrenza e del mercato: le informazioni sulla beneficenza e il termine entro cui sarà effettuato il versamento dell'importo destinato alla beneficenza».
Va poi comunicato all’Agcm anche il versamento dell’importo destinato alla beneficenza.
Chi viola queste disposizioni rischia multe da 5mila a 50mila euro, che possono essere aumentate fino a due terzi nei casi di maggiore gravità e diminuite altrettanto nei casi meno gravi. E per ottenere la massima trasparenza l’Agcm «pubblica, anche per estratto, i provvedimenti sanzionatori adottati su una apposita sezione del proprio sito internet istituzionale, sul sito del produttore o del professionista destinatario della sanzione, su uno o più quotidiani, nonché mediante ogni altro mezzo ritenuto opportuno in relazione all'esigenza di informare compiutamente i consumatori a cura e spese del produttore o del professionista». In caso di reiterazione si rischia anche la sospensione delle attività.
Il ddl, commenta il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, «risponde ai principi della trasparenza e assicura una informazione chiara e non ingannevole».
(Unioneonline/L)