Non si era allontanato da casa il boss della camorra dell' agro nolano Salvatore Russo, inserito nell' elenco dei 30 latitanti più pericolosi e ricercato dal 1995 per un ergastolo da scontare. La polizia lo ha arrestato stamattina poco dopo le 7 in una masseria di campagna dove si allevano polli e conigli tra Somma Vesuviana e Marigliano. Il boss, 51enne, era tornato da poco dalla caccia, un suo hobby, ed aveva ancora la cartucciera addosso.

UN PICCOLO ARSENALE - Disponeva di un piccolo arsenale: una mitraglietta Uzi, una pistola calibro 9 parabellum, due fucili da caccia ed una seconda pistola calibro 9 per 21, ma non ha cercato di usare le armi, nè di reagire. Duro ed impassibile, Salvatore Russo non ha proferito parola, ed ha sfogato la rabbia solo più tardi, quando lo hanno trasferito dalla questura in carcere, sferrando un calcio ad un giornalista. Contemporaneamente uno dei componenti di un gruppetto di parenti ed affiliati, che si era raccolto davanti alla Questura, ha sfilato la batteria dalla telecamera di un operatore tv per impedirgli di riprendere. Il nascondiglio di Salvatore Russo, accessibile attraverso una botola, era stato ricavato in una piccola abitazione, dietro la cucina in muratura. Nella casa c' era anche una seconda camera da letto, destinata ai familiari che si recavano a trovarlo.

L'IRRUZIONE - Quando gli agenti, una ventina, hanno fatto irruzione nella masseria non hanno trovato nessuno, ma a convincerli della presenza del boss è stato il ritrovamento in un cassetto di due piccoli fotoritratti dei genitori. Il proprietario della masseria, Luigi Perna, 57, anni, agricoltore, è stato arrestato per favoreggiamento. Capo dell' omonimo clan insieme al fratello maggiore Pasquale, 62 anni, anche lui latitante dal 1995, Salvatore Russo era alleato di Carmine Alfieri, pentitosi dopo l' arresto, e ne ha ereditato a metà anni '90 l' organizzazione, assumendo incontrastato il controllo dei traffici illeciti nell' area nolana. Un primo colpo ai Russo era arrivato nel 2007 con l' arresto di tre affiliati, tra i quali il figlio di Salvatore , Francesco. All' organizzazione furono sequestrati beni per 300 milioni. L' arresto del boss ha suscitato commenti entusiastici. Da Capri il ministro dell'Interno Maroni ha parlato di "giornata da incorniciare", mentre per il presidente della Camera Fini "la polizia ha dato nuova prova di professionalità. Congratulazioni anche dal presidente del Senato, Schifani. "Ci è costato un occhio della testa di intercettazioni prenderlo e abbiamo lavorato con i vecchi sistemi di investigazione - ha commentato il procuratore di Napoli Giandomenico Lepore - ma per fare funzionare polizia ed uffici giudiziari occorrono fondi ed anche noi faremo, come i poliziotti, qualche protesta eclatante. I vertici dei clan sono stati decapitati negli ultimi tempi, ma siamo di fronte ad un pozzo senza fondo".
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