La morte del piccolo Tommaso D’Agostino poteva essere evitata.

C'è stata negligenza da parte della mamma 38enne che ha lasciato in auto il figlio di 12 anni senza azionare il freno a mano elettronico, ma alla morte del piccolo di 4 anni e al ferimento di altri cinque bambini ha contribuito anche la scarsa sicurezza dei luoghi scolastici, in particolare la gestione dell'area circostante adibita a parcheggio e la chiusura del cancello principale.

È quanto emerge dalla perizia sull'incidente avvenuto il 18 maggio scorso all'asilo "Primo maggio" all'Aquila, depositata dal consulente della Procura, Cristiano Ruggeri. Quella tragica mattina i bambini furono investiti dalla macchina mentre giocavano in giardino. L’automobilista aveva inserito la sola marcia, poi disinserita per gioco dal figlio 12enne. Secondo gli esperti dunque c’è stata una serie di “concause esistenti”.

Ad esempio il libero accesso al parcheggio delle auto nell’area comune della scuola “che costituisce elemento di evitabilità originaria all’evento la cui efficacia era legata all’analisi del rischio. Precludere l’accesso ai veicoli interni, impedendo la sosta in posizione prospiciente e parallela alla rampa, avrebbe di certo evitato la genesi dell’evento”.

La recinzione, inoltre, “non era idonea a proteggere l’area giochi di pertinenza della scuola dell’infanzia”. Barriere del tipo “new jersey” avrebbero evitato la tragedia. 

L’inchiesta potrebbe ora allargarsi anche ai responsabili della sicurezza nell’ambito della scuola e del Comune mentre la donna alla guida della macchina resta intanto indagata per omicidio stradale e abbandono di minore.

(Unioneonline/D)

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