Alvin torna in Italia: la madre, arruolata nell'Isis, lo aveva rapito e portato in Siria
Aveva 6 anni quando la mamma foreign fighter lo ha sottratto al papà ed è scappata con lui in Siria, oggi ne ha 11. È stato ritrovato in un campo profughi gestito dai curdi, il piccolo ha subito anche una circoncisioneLa madre, un'albanese residente a Barzago (Lecco), cinque anni fa ha lasciato il marito, ha preso il figlio sottraendolo al padre ed è scappata con lui in Siria per arruolarsi nell'Isis.
Ora il piccolo Alvin, 11 anni, sta tornando in Italia. Il ragazzino, la cui mamma è morta in un'esplosione, è stato trovato nel campo profughi di Al Hol in Siria, sotto il controllo dei curdi. Trasferito nell'Ambasciata italiana a Beirut, Libano, già domani potrebbe rientrare nel nostro Paese.
LA STORIA - Il 17 dicembre 2014 Valbona Berisha, 35 anni, lascia il marito Afrimm Berisha - un muratore che più di una volta è andato in Siria per trovare il figlio - e sparisce da Barzago, portando con sé Alvini, il suo terzogenito di appena sei anni.
Il gup Guido Salvini, nell'ambito del procedimento a carico della donna per terrorismo internazionale, sequestro di persona e sottrazione di minori, dispone le ricerche, anche alla luce delle continue sconfitte che incassa l'Isis in Siria.
In Italia dal 2000, casalinga, con una famiglia ben integrata nel tessuto economico e sociale del nostro Paese, Valbona diventa all'improvviso un'estremista islamica.
Stando all'inchiesta, si sarebbe radicalizzata sul Web. Avrebbe avuto contatti con terroristi dell'Isis ad altissimi livelli e avrebbe raggiunto, con l'aiuto di un altro foreign fighter albanese Al Bab, località a circa 40 chilometri da Aleppo.
Giunta sul posto, la donna avrebbe messo anche il figlio a disposizione dell'Isis, obbligandolo a frequentare un campo di addestramento per imparare "la lotta corpo a corpo e l'uso delle armi". Gli avrebbe cambiato il nome in Yusuf e lo avrebbe anche fatto circoncidere.
Dalla scomparsa della donna non si sono più avute notizie di lei e del figlio fino a qualche settimana fa, quando del caso si è occupata la trasmissione "Le Iene". Il padre di Alvin spiegava al programma di Italia 1 di essere riuscito a parlare col figlio, che si trovava in un campo profughi. Della madre diceva: "È vestita che sembra un ninja".
Nel mese di agosto è stato attivato lo Scip (Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia) che, assieme ai Ros titolari del.l'indagine sul sequestro di persona, hanno scoperto che la donna era morta in combattimento e che il piccolo viveva nell'area orfani del campo di Al Hol, dove si trovano mogli e figli di jihadisti.
Per l'identificazione si sono attivate la Polizia scientifica e la Croce Rossa Internazionale che opera in quel campo profughi. Una volta avuta la certezza che il bimbo in questione fosse proprio Alvin, la Farnesina ha coinvolto le autorità albanesi - Alvin e il padre hanno la cittadinanza albanese con permesso di soggiorno italiano - per ottenere la documentazione necessaria al trasferimento in Libano e poi in Italia.
Il piccolo "ricorda di avere avuto dei pregressi in Italia", ha spiegato a fine settembre un investigatore del Ros al gup Guido Salvini. Ma non parla quasi più italiano.
(Unioneonline/L)