Non si placano lo sgomento, l’indignazione – e anche le polemiche – per il brutale pestaggio, a Civitanova Marche (Macerata), costato la vita ad Alika Ogorchukwu, ambulante nigeriano di 39 anni.

Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, l'operaio campano 32enne arrestato con l’accusa di omicidio, sarà ascoltato dal gip in queste ore. L’uomo, attraverso i suoi avvocati, si è scusato con i familiari della vittima, mentre gli stessi legali stanno ipotizzando di chiedere una perizia psichiatrica.

L’uomo infatti soffrirebbe da tempo di problemi psichici e, affidato alla madre, sarebbe stato in passato seguito da terapeuti. In molti si chiedono dunque se l’uomo sia stato adeguatamente monitorato, essendo un personaggio considerato “a rischio”.

E se lo domanda anche la famiglia del 39enne, che tramite il legale Francesco Mantella ribadisce: "Le scuse di Ferlazzo non bastano, ora serve solo giustizia e non vendetta. È difficile riuscire a comprendere quello che è successo". E ancora: “Se c'è un risvolto psichiatrico che si inserisce nelle cause dell'omicidio di Alika, serve riflettere: se Ferlazzo aveva un amministratore di sostegno, pare fosse la madre, perché questi non era vigilato? Bisognerà avviare una serie di verifiche".

Ma è polemica anche per il mancato intervento delle persone che hanno assistito al pestaggio, senza alzare un dito per fermare la furia del 32enne. Una furia durata, in base alle prime ricostruzioni, 4 lunghissimi minuti, durante i quali Ferlazzo avrebbe picchiato Ogorchukwu con la stampella che il 39enne utilizzava per muoversi dopo un incidente, per poi “finirlo” a mani nude.

Su diversi quotidiani sono comparse dichiarazioni di chi c’era. A cominciare da quelle dalla ragazza che accompagnava il 32enne: “Mi ha detto: andiamo via subito, ho picchiato uno”, le prime parole che le avrebbe detto Ferlazzo dopo l’aggressione.

"Ero immobile, pietrificata dalla paura”, ha spiegato, invece, la ragazza moldava di 28 anni che ha ripreso il pestaggio con lo smartphone, nell’ormai purtroppo famoso video diventato virale sui social e acquisito dagli inquirenti assieme alle immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona. 

E ha parlato anche M.M., un altro testimone: “Basta dire che nessuno è intervenuto. Io c’ero quando quell’energumeno ha aggredito l’ambulante. Nessuna indifferenza: gli dicevo ‘basta o l’ammazzi’. Poi ho chiamato la polizia e l’ho fatto arrestare”.

(Unioneonline/l.f.)

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