Il 10 luglio 1991 va in scena, a nord di Roma, uno dei delitti più misteriosi della storia criminologica italiana, rimasto senza soluzione per vent’anni.

In una villa dell’Olgiata viene uccisa Alberica Filo della Torre, 42 anni, appartenente al ramo dei conti di Torre Santa Susanna. Aveva due figli: Manfredi e Domitilla.

Quella mattina la donna era a casa con i figli, due domestiche, una baby sitter e quattro operai. Il marito era invece al lavoro. Intorno alle 7 cominciano i preparativi per una festa che doveva svolgersi la sera. La contessa fa colazione, scende al piano inferiore intorno alle 8.30, e poi torna in camera. Non ne uscirà mai più. Meno di un’ora dopo, la domestica e la figlia bussano alla porta, senza ottenere risposta. Riprovano più tardi, sempre con lo stesso silenzio. Viene poi trovata una seconda chiave della porta, le due entrano e trovano la contessa a terra, la testa avvolta in un lenzuolo insanguinato.

Vengono chiamati i carabinieri. Dai rilievi emerge che la donna sia stata prima colpita per tramortirla e poi strozzata. Dalla sua stanza vengono rubati numerosi gioielli.

Le piste battute sono quelle che ipotizzano come responsabile qualcuno che poteva entrare nella villa senza destare sospetti. Tra questi c’è Manuel Winston Reyes, cameriere filippino che poco tempo prima era stato licenziato. A scagionarlo sono le analisi del Dna, che non danno risultati certi. Nel 1991 le indagini vengono sospese per essere poi riaperte nel 2007 con un’istanza del marito il quale spera nelle nuove tecniche investigative in particolare su alcuni reperti come il lenzuolo e un orologio che la moglie indossava. Su entrambi vengono trovate dal RIS tracce di Manuel Winston Reyes.

Il sospettato, arrestato subito dopo il risultato degli esami in base al pericolo di fuga, confesserà di aver ucciso la contessa.

Viene condannato a 16 anni di reclusione, pena confermata anche in secondo grado. Esce dal carcere nel 2021.

(Unioneonline/s.s.)

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