Scoperto il tesoro di Mariotto Masala Finisce in carcere il boss di Sant'Elia
Mariotto Masala, 53 anni imprenditore di Sant'Elia con diversi precedenti, è finito in cella in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare. In due anni di indagini, nell'operazione Alta Marea, la Guardia di Finanza ha sequestrato un’abitazione, cinque aziende quote di partecipazione di due società, quattro autoveicoli, un motociclo e dieci rapporti bancari e postali, per un valore complessivo stimato di un milione e mezzo di euro riconducibili a Masala.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Oggi i finanzieri del Gico di Cagliari hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Cagliari, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Ginagiacomo Pilia, accompagnando in cella a Buoncammino uno dei boss di Sant'Elia, Mario Masala. L'imprenditore è accusato di trasferimento fraudolento di valori. Nell'operazione sono stati sequestrati i beni aziendali riconducibili al night club “La Dolce Vita” di Selargius e delle quote della società “La Combinazione s.r.l.”, società a cui, almeno formalmente, faceva capo la gestione del predetto locale notturno.
L'ordinanza è la fase conclusiva di un'indagine condotta dal Gico negli ultimi due anni. In questo periodo sono stati già sequestrati preventivamente beni e valori riconducibili a Masala, quasi sempre intestati a prestanome. A marzo l'impreditore di Sant'Elia, con diversi precedenti, era stato denunciato, insieme ad altre otto persone, per il trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento reale. Un mese prima erano state segnalate altre due persone, intestatarie di beni che risultavano però nella disponibilità di Masala. Durante le lunghe indagini sono stati sottoposti a sequestro preventivo un’abitazione, cinque aziende commerciali (tra le quali oltre al citato night club anche il chiosco bar “Alta Marea" al Poetto di Quartu Sant’Elena), quote di partecipazione di due società, quattro autoveicoli, un motociclo e dieci rapporti bancari e postali, per un valore complessivo stimato di 1.500.000 euro. Un patrimonio a disposizione di Masala, in valore sproporzionato rispetto ai redditi ed all’attività economica di "Mariotto" che non aveva mai dichiarato beni intestati a prestanome o depositati su conti e libretti formalmente riconducibili ai propri familiari. Durante le indagini Masala si è spesso giustificato dicendo di aver comprato tutto quanto grazie alle numerose vincite al lotto. Una tesi ritenuta non credibile dalla stessa Corte di Cassazione, che aveva confermato i sequestri preventivi. Nonostante le denunce, è l'accusa dei finanzieri, Masala ha continuato a acquistare aziende e beni intestandoli a persone diverse dai suoi familiari e quindi più difficili da individuare. Il fatto che "Mariotto" abbia continuato nella sua attività illecita ha convinto il Gip a ordinare la custodia cautelare in carcere.