Primi acquazzoni, tombini che saltano e liquami di fogna che finiscono in mare. A Porto Torres la storia si ripete ormai da circa trent’anni sul lungomare Balai, davanti la spiaggia dello Scoglio Lungo.

Le conseguenze sono gli odori nauseabondi, i topo morti spinti dalla forza dell’acqua finiscono in mare e le condizioni di igiene dell’arenile sono dubbie.

La rete fognaria ha manifestato negli anni criticità legate alla sua inadeguatezza, rilevata dai frequenti allagamenti della strada, capaci di provocare danni a persone e attività commerciali oltre ai pericolosi sversamenti a mare e sulla spiaggia.

Le forti piogge puntualmente fanno saltare i tombini a causa del sottodimensionamento del collettore e le acque nere miste ad acque bianche formano un fiume acquitrinoso e melmoso che finisce sulla sabbia formando un canalone verso il mare. Una situazione precaria con odori insostenibili per le vicine attività commerciali. I disagi  per pedoni e automobilisti, con piste ciclabili impraticabili, sono le stesse scene che si ripetono da anni.

L’amministrazione comunale aveva affidato ad un professionista il progetto preliminare da oltre 3 milioni di euro per risolvere il problema dello sversamento dei liquami.

Un piano presentato due anni fa agli assessorati regionali ai Lavori Pubblici e all’Ambiente senza alcun riscontro. «L’amministrazione comunale non intende mettere in secondo piano la questione – fanno sapere dal Comune – e farà tutti i passi utili al reperimento dei fondi necessari per risolvere un annoso problema su cui da subito ha concentrato la propria attenzione».

Il presidente del Comitato Tuteliamo il Golfo dell’Asinara, Giuseppe Alesso dichiara che «a novembre la nostra prima segnalazione di questo problema potrà  tristemente festeggiare il decimo compleanno – dice l'ambientalista – perché dopo dieci anni nulla è cambiato e la viabilità, l’ambiente e il decoro urbano, continuano sistematicamente ad essere compromessi ad ogni acquazzone. Credo sia arrivato il momento di portare avanti un progetto per trovare una soluzione». Nel ’91 l’ingegnere Claudio Vinci, ex dirigente comunale, predispose uno studio idrologico in cui risultò che la fascia costiera dello Scoglio Lungo è soggetta a ricevere le acque meteoriche del vasto bacino idrografico di circa trenta ettari: da via Benedetto Croce, via Romagnosi a via Principe di Piemonte.  

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