Sei dipendenti della centrale elettrica Ep Fiume Santo, situata nel territorio di Sassari, sono stati rinviati a giudizio dal gip Giuseppe Grotteria perchè ritenuti responsabili di aver inquinato il mare a seguito dello sversamento in mare di circa 1350 metri cubi di carbone, senza le prescritte autorizzazioni.

Si tratta di Daniele Derosas, Salvatore Fois, Franco Angioni, Ruggero Lai, Antonio Sanna e Piero Gianfranco Soggia, tutti difesi dai legali Giuseppe e Luigi Conti.

Nel capo di imputazione si legge che sono accusati di irregolarità nello scarico del materiale dalle stive delle navi alla banchina, “abusivamente cagionato, a seguito della caduta in mare del carbone, un deterioramento significativo e misurabile del fondale marino per una superficie di circa 2.700 metri quadri”.  

A presentarsi davanti al giudice Sergio De Luca il prossimo 16 settembre saranno i funzionari che gestivano la centrale nel 2003 ma il reato, secondo quanto aveva accertato la Capitaneria di Porto Torres, sarebbe stato commesso nel porto fino al 27 gennaio del 2018.  Lo scarico, quindi, sarebbe avvenuto per anni davanti alla banchina della diga foranea del bacino industriale di Porto Torres, nel luogo in cui avviene l’attracco delle navi carboniere che scaricano il combustibile per la centrale di Fiume Santo. Nel frattempo proseguono le operazioni di rimozione del carbone che dovrebbero concludersi entro il 12 giugno. 

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