È un piccolo luogo di sepoltura che si trova nel borgo di Cala d’Oliva, uno dei quattro cimiteri storici dell’isola dell’Asinara, dove ormai regna il degrado.

Qualcuno lo chiama il camposanto dei bambini. E in effetti di "angeli" sepolti ce ne sono tanti. Appena si oltrepassa il cancello ci si accorge della bellezza deturpata di un luogo misterioso, tombe consumate dal tempo, dimenticate e prive di qualsiasi intervento di recupero.

Sporcizia e sterpaglie tra le lapidi fanno il resto.

Il cimitero monumentale va avanti negli anni con fatica, il deterioramento non si arresta, procede inesorabile sotto gli occhi dei visitatori che per primi provano pietà per quel luogo che sembra abbandonato.

Colpisce quel muro bianco che lo circonda, la cancellata arrugginita che sembra proteggere la struttura. Ma all’interno le erbe infestanti ricoprono le sepolture, tombe che raccontano storie, vite di persone vissute durante la Grande Guerra.

Fra questi Francesco Massidda, morto il 16 settembre del 1922, un secolo fa, un anniversario ricordato dai suoi cari. All’interno le spoglie di tanti bambini, memorie e vicende di un patrimonio che merita maggiore considerazione e rispetto.  

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