La Giunta comunale di Sinnai, riunitasi sotto la presidenza del sindaco Tarcisio Anedda, ha proclamato lo stato di calamità naturale dopo la violenta grandinata che la scorsa settimana ha devastato i vigneti nell'agro comunale. "I danni hanno spiegato il sindaco Anedda e l'assessore all'agricoltura Franco Orrù - si stannno manifestando in tutta la loro gravità. Tanti i vigneti dove il raccolto è stato pesantemente compromesso. Con questo atto, si avviano le pratiche con gli organi di competenza per sollecitare i sopralluoghi e per gli eventuali risarcimenti".

In certi vigneti  i danni sfiorano addirittura l'ottanta per cento. In altri il 50 sino a ridursi al 30 per cento. Colpite soprattutto il nasco, il vermentino, le uve da tavola ma anche quelle rosse. 

La grandine ha colpito tra Sinnai, Maracalagonis, Quartucciu, Quartu. La Coldiretti si è subito mobilitata. 

"Abbiamo invitato gli agricoltori a presentare le denunce direttamente ai Comuni attraverso moduli che abbiamo già distribuito”, hanno detto Giuseppe Farci e Alessandro Cocco, presidenti delle sezioni della Coldiretti di Maracalagonis e Sinnai. Farci è anche presidente della Cantina di Quartu. 

Alessandro Cocco parla dei danni nel territorio di Sinnai: Pran’è sili, Su pranu e zone vicine. La grandinata ha martellato per quasi mezz’ora i vigenti, bucando le foglie, raggiungendo i grappoli, con una notevole percentuale di acini rimasti irrimediabilmente danneggiati.

Giuseppe Farci, parla di danni nelle campagne di Maracalagonis e dei territori confinanti ed in particolare nella zona di Su pezzu de Madeddu, di Is Ammostus, nelle vicinanze di Gannì e del Simbiritzi: “Si stanno presentando le domande-denuncia al Comune. I danni sono rilevanti”.

Danni che si aggiungono alle gelate della scorsa primavera che hanno fatto danno tra i vigneti di Settimo San Pietro. Le condizioni climatiche da anni stanno rendendo davvero difficile il lavoro della gente dei campi. La scorsa settimana era da giorni che il cielo minacciava guai, con tuoni che si sentivano da lontano. Poi mercoledì pomeriggio, la grandinata, violentissima. 

"In molti ceppi-dice ancora Giuseppe Farci-la grandine non ha risparmiato neppure i grappoli più interni alla vegetazione, colpenndo e spostando le foglie, crivellandole e quindi raggiungendo anche i grappoli che dovevano essere protetti”. 

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