Continua la protesta a Selargius intorno all’area di “Sa Barracca e su Pardu” dove Terna vorrebbe realizzare una stazione di conversione e una di smistamento inglobate nel progetto Tyrrhenian Link di collegamento sottomarino ad alta tensione con la Sicilia.

E dopo il nuovo incontro di domenica 4, il comitato No Tyrrhenian Link prosegue la battaglia a difesa delle terre, in nome del motto “Su Sattu depid abarrai sattu”.

«Lo scorso 21 settembre 2023  – spiega Rita Corda, portavoce del Comitato – il consiglio comunale selargino dopo le nostre mille battaglie ha approvato un ordine del giorno che chiedeva al sindaco di rivedere gli accordi con Terna. Le interlocuzioni sono invece proseguite e si è quindi reso necessario un nuovo ordine del giorno del 5 dicembre scorso, attraverso cui si è chiesto al sindaco di verificare un ricorso al Capo dello Stato contro l’impianto. Un atto che ora riapre la partita, dopo i silenzi assordanti di tutti questi anni anche da parte della Regione».

La mobilitazione dei cittadini (foto Onano)
La mobilitazione dei cittadini (foto Onano)

La mobilitazione dei cittadini (foto Onano)

E a detta di Corda, le motivazioni sul no all’impianto sarebbero diverse: «L’area è gravata da il rischio idrogeologico e si dovrebbe già realizzare un apposito impianto di laminazione per collimare i rischi delle acque. Inoltre da degli appositi studi effettuati, nel sottosuolo ci sarebbe un importante sito archeologico che rischierebbe di scomparire».

Aggiunge: «Le terre sono vocate all’agricoltura e diverse famiglie ne traggono reddito per il loro sostentamento. Non siamo contro l’energia pulita, ma bensì contro le misure calate dall’alto senza coinvolgere i cittadini, che portano zero benefici al territorio, se non delle speculazioni».

Uno dei recenti carotaggi effettuati da Terna nei terreni selargini (Foto dal Comitato No Tyrrhenian Link)
Uno dei recenti carotaggi effettuati da Terna nei terreni selargini (Foto dal Comitato No Tyrrhenian Link)

Uno dei recenti carotaggi effettuati da Terna nei terreni selargini (Foto dal Comitato No Tyrrhenian Link)

Anche Mariangela Gallus, proprietaria di un vigneto dove dovrebbe sorgere la sottostazione, non ci sta. E attraverso il blog Nuragic, che nelle scorse ore ha diramato in rete un video della mobilitazioni, precisa: «Siamo produttori di uva da tavola. Nel 2002 insieme ai miei fratelli abbiamo realizzato un impianto per il vigneto e oggi conferiamo alla cantina di Dolianova. Terna ci ha contattato cercando di portare avanti una trattativa per l’esproprio proponendo un prezzo irrisorio che non ci ripaga nemmeno dei costi sostenuti».

Aggiunge Gallus: «Questa non è una zona degradata come dicono, ma irrigua e produttiva. Uniremo tutte le nostre forze e non andremo via di qui, da qua la volontà di esserci uniti al presidio. Non vogliamo soldi, ma il diritto di continuare a produrre uva e lavorare la nostra terra come abbiamo sempre fatto».

Intanto il fronte resta aperto, con il Comitato che cresce di giorno in giorno raccogliendo adesioni anche al di fuori dell’Isola e all’orizzonte prossime iniziative di protesta, come quella di sabato 17 nel centro polifunzionale “Si e Boi” sempre a Selargius.

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