«La 195 mangiata dal mare, è emergenza»: scogliera con massi da 3 tonnellate contro l’erosione
L’Anas presenta un progetto aggiornato per salvare dalle inondazioni il tratto a due corsie tra Cagliari e Capoterra: investimento da 8,5 milioni. Lavori anche sul ponte «in pessime condizioni»Le «inondazioni», soprattutto nel periodo invernale, si «verificano sempre più spesso» e sono diventate «un’emergenza»: a volte è necessario bloccare il traffico. Il ponte «al chilometro 8+050 e il corpo stradale ad esso prossimo risultano in pessime condizioni di conservazione: richiedono interventi urgenti di manutenzione straordinaria». In pericolo c’è «l’incolumità pubblica», tanto che «l’intervento è stato inserito nel Piano degli interventi urgenti di protezione civile».
Così l’Anas introduce il progetto di messa in sicurezza della Statale 195, nel tratto a due corsie «tra le progressive 5+500 e 8+700» stretto fra il mare, che si sta mangiando tutto, e la laguna di Santa Gilla: un’arteria vecchia e non più adatta alle esigenze e al mostruoso volume di mezzi che ci si riversano ogni giorno. Ma unica alternativa, al momento: da mettere in sicurezza contro l’erosione attraverso la realizzazione di una scogliera.
Una proposta che la società di gestione delle strade ha appena revisionato, depositando nuove carte negli uffici dell’assessorato regionale all’Ambiente, per sapere se i lavori debbano essere assoggettati a valutazione d’impatto ambientale o no. Un procedimento in piedi dal 2019, che potrebbe subire un’accelerazione grazie a questo nuovo passaggio: i tecnici dell’Anas hanno recepito le indicazioni emerse durante varie conferenze di servizi e hanno formulato una nuova proposta.
L’importo complessivo dei lavori ammonta a 8 milioni e 406 mila euro: fondi necessari per mettere in sicurezza circa 1,2 chilometri di strada. Non un’arteria secondaria: connette il capoluogo con i centri del versante occidentale del Golfo degli Angeli (Teulada, Domus de Maria, Pula, Villa San Pietro, Sarroch, Capoterra), con il passaggio di una media di 25 mila veicoli al giorno (2.500 all’ora tra le 8 e le 9 del mattino, fascia di punta).
La distanza tra la battigia e la carreggiata è quasi azzerata «in corrispondenza del pennello in sinistra idraulica del canale attraversato dal “Ponti Becciu”» e «la tendenza evolutiva della linea di riva nel tratto d’interesse registra un generalizzato arretramento». Andrà sempre peggio, quindi: alcuni cedimenti della strada si sono già registrati.
Per questo sarà necessario realizzare una scogliera su una lunghezza di 1200 metri (prima erano 2.500). Verranno usati massi naturali di nuova fornitura di peso compreso fra una e tre tonnellate, disposti su due file, per quanto riguarda la mantellata, e pietrame di cava di peso compreso tra 5 e 50 chili per quanto riguarda il basamento e il nucleo. Nel progetto si legge che« le caratteristiche geometriche dell’opera di difesa (impronta a terra, altezza, ecc.) sono state definite coniugando gli obiettivi di progetto con le esigenze di tutela ambientale e paesaggistica, ossia sono il risultato di un compromesso tra la necessità di difendere l’infrastruttura viaria dalle ingressioni marine e dall’erosione e la volontà di minimizzare l’impatto naturalistico e paesaggistico dell’intervento».
Sarà necessario intervenire anche sul Ponti Becciu dove, allo stato attuale, «i trefoli inferiori delle travi risultano in diversi punti esposti e recisi e anche le spalle presentano diversi punti in cui è venuto meno il copriferro con esposizione dell’armatura. Relativamente il rilevato stradale, la continua azione delle onde ha eroso parte del rilevato riducendone, in alcuni punti, perfino l’arginello».
Quando arriverà l’autorizzazione Anas cercherà di ridurre al minimo i disagi per il traffico, realizzando uno stradello alternativo.
Enrico Fresu