Esterzili, ecco l'ultimo murale: rappresenta Fra’ Antonio Maria
L’opera realizzata da Agnes Zimmermann e Luca CoccoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Se si scende, le decorazioni viola de su mucadori – il tipico fazzoletto esterzilese - fanno da cornice ai versi de "Il canto dei pastori", tratto dal “libro de comedias” di Fra’ Antonio Maria da Esterzili, scritto nel 1688. Se si sale, invece, ci si immerge nella figura di questo giovane personaggio tanto misterioso quanto affascinate nato a Esterzili nel 1645. Mentre alla fine delle scale l’esplosione di verde e azzurro racconta il panorama mozzafiato che si può ammirare dal punto più alto del monte Santa Vittoria.
È l’ultimo murale voluto dall’amministrazione comunale che ha preso forma a Murtas nella scalinata che collega via Eleonora d’Arborea con via Fra’ Antonio Maria. Ed è proprio a quest’ultimo che è dedicata l’opera realizzata da Agnes Zimmermann e Luca Cocco.
«Quando il sindaco Renato Melis ci ha chiesto di dipingere la figura di Fra’ Antonio Maria da Esterzili onestamente non sapevamo chi fosse. Ci siamo informati attraverso i racconti degli esterzilesi, un po' tramite internet, ed è stato emozionante per noi dipingere una persona che è vissuta circa 400 anni fa e di cui la memoria è arrivata fino a oggi», dicono entusiasti i due artisti, ormai di casa a Esterzili. Sono diversi, infatti, i murales firmati da loro che arricchiscono gli scorci del paese. «Non avendo trovato alcuna sua raffigurazione, lo abbiamo immaginato giovane intento a scrivere una delle sue opere dentro il nuraghe in cima al monte Santa Vittoria con alle spalle il meraviglioso panorama che si gode da lassù».
La scalinata (foto Melis)
Le foto dell’opera hanno già fatto il giro del web, in tanti sono andati ad ammirare la scalinata, ora manca solo l’inaugurazione che, assicurano dal Comune, ci sarà presto.
«Noi ci teniamo a ringraziare tutta l’amministrazione e tutte le persone di Esterzili che sono state davvero gentili e molto molto ospitali con noi, qui ormai ci sentiamo a casa», concludono Zimmermann e Cocco.