Scenderanno in campo anche i volontari per liberare una delle vasche delle saline del Poetto dalle migliaia di piattelli di terracotta scagliati in passato dall’ex impianto di tiro a volo di Quartu. C’è già la disponibilità di diversi gruppi quartesi ma anche di studenti universitari, che hanno già accolto favorevolmente la proposta dell’ente parco di Molentargius.
Uno schieramento che andrà a rafforzare la task-force che tra breve scenderà in campo per mettere mano alla bonifica finanziata dall’assessorato regionale all’Ambiente con 440mila euro.

Due gli interventi del progetto. Il primo - quello della messa in sicurezza dell’emergenza - consiste nell’allontanamento dal sito dei piattelli e del successivo conferimento in discarica. «La necessità di recuperarli non è certo imposta dal materiale con cui sono costruiti, e cioè la terracotta, ma dai leganti utilizzati nella lavorazione, ovvero la pece. Questa sì tossica per l’ambiente. Da qui, come imposto dal ministero, la rimozione», spiega la biologa del parco di Molentargius, Laura Durante.
Nessun pericolo, invece, per l’uomo. Per questo la raccolta dei piattelli non vieta il coinvolgimento delle squadre di volontariato.
Quando i piattelli saranno raccolti si procederà alla seconda fase del progetto: la cosiddetta caratterizzazione dell’area. L’indagine che dovrà accertare se esiste una forma di inquinamento nel fondale della vasca. Solo in quel caso di dovrà mettere in atto la bonifica.
«In realtà - precisa Durante - l’area è da anni sotto stretto controllo. I pallini di piombo delle fucilate durante l’attività del poligono di tiro a volo sono disgregati visto che stiamo parlando di un impianto chiuso da decenni. È chiaro che il Parco ha prestato attenzione anche ai rischi per l’avifauna legati alla presenza del piombo, ma mai è stato riscontrato un caso di saturnismo». La patologia legata all’esposizione, in questo caso dei volatili, fenicotteri compresi, a questo metallo.

Andrea Piras

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