All’incendio è sopravvissuto lui e poco altro, giusto i ricordi, e il sorriso come viatico per affrontare ancora una volta il domani. Aristide Loddo, noto Ninni, 85 anni, c’è ancora. Sopravvissuto all’inferno del fuoco che ha distrutto la sua casa, la notte del 4 febbraio; sopravvissuto all’acqua, durante l’inondazione del 1999 che aveva sommerso casa e causato il fallimento del suo stabilimento di mobili. Sopravvissuto a due incidenti stradali: investito da un furgone in retromarcia in via Tuveri nel 2021 e l’altro, gravissimo, ad agosto dello scorso anno.

Oggi a Ninni Loddo sono rimasti pochi abiti intrisi di fuliggine e vecchi articoli di giornale conservati come cimeli. Bruciacchiate anche le cartelle cliniche dove il fuoco non ha cancellato diagnosi infauste, «dopo l’ultimo incidente dicevano che non avrei camminato mai più», sorride. «Sa qual è la cosa più preziosa che possediamo? La capacità di dare senza che sia chiesto. Sono sempre stato generoso con le persone. Non ho più nulla, ho perso tutto ma sono ricco perché la povertà è una propensione che non mi appartiene. Non ho bisogno di nulla, solo di riderci su».

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