Un presidio simbolico con le bandiere della Cgil nella sede di via Parrocchia a San Gavino Monreale.

Così Tullio Vaccargiu e Sergio Zedda, due sindacalisti storici della Camera del Lavoro di San Gavino Monreale in via Parrocchia, hanno voluto ricordare la giornata di festa che per il secondo anno consecutivo si celebra senza la possibilità di riunioni.
Lo rimarca Antonello Congiu, segretario generale della Camera del Lavoro della Sardegna Sud Occidentale, che riunisce il Sulcis e il Medio Campidano e che ha le proprie sedi a Carbonia e a San Gavino Monreale: “Sono stati 14 mesi lunghissimi quelli che ci separano dal primo lockdown, e non solo per il confinamento necessario ma terribile. Durante questo anno, la pandemia e i suoi rimedi hanno veramente messo in crisi, non solo il sistema sanitario e suoi operatori che con una encomiabile abnegazione hanno fatto il possibile e l’impossibile per arginare i danni da COVID-19 - anche pagando un caro prezzo sia in termini di fatica che di vite umane - ma, prima di tutto il sistema economico, quello educativo-scolastico e quello del lavoro. Quest’ultimo, temiamo, debba ancora patire ulteriori ripercussioni una volta che verrà meno la legislazione sul blocco dei licenziamenti e terminerà la possibilità di proroga della cassa integrazione. E’ di questi giorni passati il varo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che, per usare le parole del Presidente Draghi al Parlamento, non deve essere “solo un insieme di progetti tanto necessari quanto ambiziosi, di numeri, obiettivi e scadenze” ma un vero e proprio piano di rilancio dell’Italia, dei suoi valori civili e dei sentimenti della comunità nazionale”.
Per la Cgil della Sardegna Sud Occidentale  il piano di resilienza va inteso non solo come strategia certo utile a superare una crisi ed a prevenirne una prossima: “Deve essere – aggiunge Antonello Congiu – un  piano di sviluppo futuro che ha la capacità di trasformare una esperienza avversa in opportunità di crescita e rafforzamento per a costruzione di una società nuova che conservi i valori condivisi del passato e abbia gli strumenti di crescita e progresso umano e sociale. In ogni caso a noi sembra che, comunque, in questo momento più che mai, il lavoro sia la vera cura del paese. Il lavoro che va difeso perché non sia mai più povero, frammentato, sottopagato ed occasione di sfruttamento. Per questo come CGIL riteniamo sia utile, sia pure in un contesto caratterizzato dalle limitazioni di movimento e socialità, rimarcare la importanza della ricorrenza del primo   Maggio. A maggior ragione in un territorio come – la Sardegna Sud Occidentale – dove la mancanza di lavoro può quasi ritenersi endemica e soffre di conseguenza del triste primato di territorio più povero d’Italia. Non è un caso infatti che lo slogan adottato da CGIL CISL e UIL Nazionali per il primo Maggio 2021 sia ‘L’Italia si cura con il lavoro’”.

© Riproduzione riservata