Il vento della Sardegna in cambio di 2000 euro l’anno, per tre anni. Per questo prezzo tu metti il terreno e noi ci impiantiamo un traliccio alto 100 metri, per misurare la forza del maestrale: è, in sintesi,  la proposta avanzata  da un colosso delle energie rinnovabili a un contadino di Villanovaforru, che ha deciso di parlarne col suo sindaco, Maurizio Onnis, indipendentista.

La reazione del primo cittadino? «Spero che rifiuti», ha detto al compaesano. «Spero che la terra li inghiotta», ha pensato, rivolto a quelli che definisce «speculatori», senza mezzi termini. 

«Mi ha mostrato il contratto», racconta Onnis, che ne pubblica un passaggio sui social. «Gli ho ricordato che il terreno è suo, ma il paesaggio è di tutti non lo si può sfregiare a danno della comunità. Gli dico che non può regalare un bene comune come il vento. Gli chiedo se ha bisogno di soldi. Risponde di no. E allora gli domando, ancora, perché deve diventare lo schiavo di questa gente. Che gusto ci trova?». Il sindaco sa che prima arrivano gli anemometri, poi le pale: «Se i primi sono alti 100, le secondo potrebbero essere il doppio». 

E quello raccontato  non è un caso isolato: «So che altri proprietari di terreni sono stati contattati. Solo lui me l’ha detto. Ed è già qualcosa». 

Il sindaco spera «che rifiutino gli altri cui è stato chiesto di firmare. Prometto che, a chi accetta, metteremo il bastone fra le ruote in ogni modo. Quanto agli speculatori, mi auguro che la terra li inghiotta, adesso, liberandoci dalla loro avidità». 

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