Il Tar dice sì a 24.500 pannelli fotovoltaici con vista sulla reggia nuragica di Barumini. A perdere il ricorso davanti ai giudici amministrativi è stato il piccolo Comune della Marmilla sul cui territorio sorge uno dei monumenti simbolo della Sardegna. Dall’altra parte c’era la presidenza del Consiglio dei ministri, costituita in giudizio assieme al Ministero dell’Ambiente: pezzi grossi dello Stato che hanno difeso la bontà del «decreto  del 27 marzo 2023, con il quale il direttore generale Valutazioni Ambientali del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica ha espresso giudizio positivo sulla compatibilità ambientale del progetto proposto dalla Ss Ele II Srl, per la realizzazione di un impianto agro-fotovoltaico dal nome “Green and Blue Serra Tuili” della potenza di 15,190 MW, di dimensioni complessive pari a circa 24 ettari». Il piano è per la località Guranu, in territorio di Tuili, ma a poca distanza dalla reggia scoperta da Giovanni Lilliu. 

Le speranze di riuscire a bloccare il progetto erano riposte nel vincolo, con la dichiarazione di «particolare interesse archeologico» del nuraghe Turriga, che sorge a 230 metri di distanza da dove si vorrebbe piazzare la distesa di pannelli. Il provvedimento della commissione regionale Patrimonio Culturale del Ministero della Cultura era arrivato a ottobre 2023. Ma non basta, per un cavillo.

Perché la Via era già finita positivamente. E in più il nuraghe sorge su un terreno privato. Per il Tar il nuraghe è «dunque soggetto alle disposizioni del Codice dei Beni Culturali solo dal momento in cui il provvedimento è stato adottato, avendo natura costitutiva in ragione della proprietà privata e non pubblica e, perciò, al momento dell’adozione del provvedimento conclusivo della Via, tale bene non poteva essere considerato un bene tutelato dal Codice, con conseguente idoneità dell’area ex lege all’installazione dell’impianto». 

Ventiquattro ettari di pannelli di vetro e silicio sono benedetti dal Tar. Salvo ulteriori ricorsi. 

Enrico Fresu 

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