Il paradiso terrestre è blindato. Le telecamere di sorveglianza sono quelle di Fort Knox. Ogni lato di questa enclave è vietato da infrarossi e cancelli discreti. Giorno e notte, da 48 anni, questa penisola nel cuore di Porto Cervo è off limits. Impossibile traguardare quel parco di ville posate davanti all’Isolotto di Mortorio, nell’esclusivo proscenio di Romazzino, riserva incantata, a ridosso di Cala di Volpe. Qui, in questo palcoscenico di natura e mare, lusso sfrenato e spiagge “private”, si sono scritte pagine imponenti della storia, non solo della Costa Smeralda.

Petrolio & dollari

In quei salotti, affacciati sulle acque azzurre del sogno dell’Aga Khan, si sono negoziate anche le sorti del mondo, dalle guerre più cruente agli affari stratosferici del petrolio. Di qui sono passati Capi di Stato e potenti, dagli americani agli arabi. Mai un’immagine, mai uno spiffero. Da quelle regali stanze incuneate nelle rocce di Gallura è impossibile scorgere un solo segreto. Impossibile avvicinarsi. Questo blindatissimo triangolo di paradiso in terra è ancor oggi uno dei luoghi più impenetrabili della più ricca costa del Mediterraneo. Inutile tentare il sorvolo con un gabbiano d’acciaio. L’ente nazionale per l’aviazione civile ha imposto la no-fly drone. I vincoli qui sono rimasti quelli dello sceicco, il capo supremo del petrolio marchiato Arabia Saudita, la potenza numero uno dell’oro nero, quel Ministro tanto potente quanto ricco. In questo lembo di terra, l’uomo venuto da lontano, ha messo radici sin dal 1974.

Lo sceicco in terra sarda

Lui, Ahmed Zaki Yamani, per tutti Yamani, sbarca a Porto Cervo quando non ha ancora compiuto 44 anni, ma da dodici è già Ministro del petrolio dell’Arabia Saudita. È lui che l’anno prima dell’ascesa in terra sarda aveva imposto all’Opec di quadruplicare il prezzo del petrolio. Un’operazione che gli fece scalare di colpo le vette mondiali degli uomini più ricchi in assoluto. Quando posa i piedi in quell’eremo di Sardegna non usa mezze parole: “Il paradiso è qui”. La trattativa per l’acquisto di quel parco tutto roccia e ginepri non è estenuante. L’arabo dall’eleganza occidentale, dal turbante alla cravatta, sa come gestire una compravendita, seppur con un colosso della caratura di Henry Ford II, il presidente della potentissima casa automobilistica americana, proprietario di quel pezzo di Costa Smeralda. Quel terreno nel 1974, sarà suo. Già l’anno successivo la prima reggia sarà edificata. Si parte con 23 stanze, tutte principesche, per arrivare alle 30 attuali. Non si accontenta Yamani. Vuole tutto quel lembo di terra esclusiva. Conquista prima la porzione a fianco, con un’altra villa gigantesca da rimodulare ad uso e consumo di quella Camp David dove ospitare primi ministri e business man, per, poi, mettere le mani sulla residenza privatissima di Giulio De Angelis, l’imprenditore vittima qualche anno dopo di un drammatico sequestro di persona.

La valigia

De Angelis quella villa l’aveva costruita a sua immagine e somiglianza, scolpita come pezzo unico e raro. Non l’avrebbe venduta per nessun motivo al mondo. Chi conosce la storia racconta: Yamani si presentò con una “valigia”, era impossibile rifiutare l’offerta. Anche la terza reggia divenne patrimonio del Ministro saudita in terra sarda. Un parco gigantesco, fuori dal comune, vegetazione fittissima e prati verdi infiniti, curati come un tavolo da biliardo. I tre lati a mare della penisola di Romazzino, a ridosso dei tornanti di via Asfodelo, battono bandiera d’Arabia. Guardie del corpo inglesi, pari a scaffali alti due metri, sparse ovunque presidiano tutta l’area.

La uno, la due o la tre

Lui vive nel suo mega yacht, davanti alle tre ville, diventate un tutt’uno, ma quando decide di pranzare o cenare nelle sue residenze, fa apparecchiare in tutte e tre. Sarà lui, all’ultimo momento, a decidere dove andare: nella uno, nella due o nella tre. Non fisime, ma ragioni di sicurezza, raccontano i testimoni dell’epoca. Tutto sino allo scorso anno. Il 23 febbraio, a 91 anni, Ahmed Zaki Yamani lascia la vita terrena, beneficiando della longevità endemica accumulata nelle lunghe vacanze in terra sarda. I riflettori su quella pagina di storia, però, hanno lasciato il segno, scolpita in quel “paradiso terrestre” inespugnabile ed esclusivo.

Da Yamani allo spazio

Dallo sceicco del petrolio all’uomo più spaziale e innovativo al mondo il passo è lungo quasi 50 anni. Quando il “Rising Sun”, il panfilo da 200 milioni di dollari di Larry Ellison, l’amministratore delegato di Oracle Corporation, si affaccia sul promontorio di Mortorio, davanti a Romazzino, nessuno sa chi c’è ospite a bordo. Luglio è appena scoccato nella terra delle vacanze, le rotte dei miliardari cominciano a brulicare di yacht da tanti zeri. Impossibile tenere la contabilità. Quella “zattera” da 138 metri di lunghezza, lusso sfrenato e lineamenti da nababbo, sfiora quella cala quando gli occhi indiscreti sono già nella via di ritorno.

Il blitz di Elon

Quando il tender “mimetizzato” lascia la “nave” è impossibile intercettare la missione: fugace, rapida e soprattutto segreta. Il pontile che dopo anni riceve visite è proprio quello della villa principale del “Ministro” del petrolio. Il testimone è oculare: a raggiungere il “paradiso” in terra sarda è Elon Musk, il guru di Tesla e di SpaceX. L’uomo più ricco al mondo. Lui che traguarda come pochi le utopie, che progetta e realizza la vita e il turismo nello spazio, ora vuole conquistare il paradiso in terra, quello che fu di uno degli uomini più potenti al mondo. Elon Musk è imprevedibile, estroso, capace di agguantare missioni che per molti sono irraggiungibili. A differenza di Yamani in quell’eremo non è sbarcato con una valigia. Dall’acquisto di Twitter alla vendita delle azioni di Tesla, la macchina del futuro, l’Elon mondiale ha dimostrato di non essere avvezzo ai colpi di testa. Ragiona su tutto, tratta, verifica e poi, eventualmente, conclude. La missione nel parco di Yamani non è stata pianificata da un’agenzia immobiliare. Certe trattative, come quella segretissima della miliardaria cinese Nani Wang, rivelata in esclusiva dal nostro giornale, sono tutte secretate nei salotti ristretti dell’élite mondiale. Non si parla di cifre, ma è impossibile pensare ad un valore inferiore ai 100 milioni di euro.

Missione blindata

A conferma che la visita blindata del patron di Tesla non fosse al buio lo confermano i documenti che pubblichiamo. A gestire l’operazione è una società anonima registrata nel paradiso fiscale del Liechtestein: la Safar S.A., una delle società che governavano l’immenso patrimonio dello sceicco Yamani. Tutto cifrato, blindato nel segreto della società che nel 2006 ha lasciato l’Italia per trasferirsi nello Stato straniero ai confini con l’Europa. Un passaggio è eloquente: tra marzo e aprile di quest’anno gli amministratori della società di Yamani hanno depositato all’ufficio del catasto di Sassari tutte le modifiche apportate alle residenze del Ministro.

Tutto pronto

Un passaggio “post mortem” che lascia intendere l’esigenza di mettere in regola tutti i documenti per la vendita del secolo. Tre ville, per un totale di 79 stanze, 2.749 metri quadri complessivi e un proscenio unico al mondo. Impossibile conoscere le mosse di Elon Musk, uno che non smania per le vacanze, ma che di certo ama stupire, rompere gli schemi, osare. Se il suo blitz a Romazzino si dovesse concludere, magari con l’acquisto secretato della società di Yamani, l’affare segnerebbe una svolta epocale per la Costa Smeralda e la Sardegna tutta. Elon Musk, infatti, non è esattamente l’interprete del mondo dei ricchi petrolieri arabi o degli oligarchi russi, è semmai l’icona mondiale dell’innovazione, quella più spinta e sognatrice. Il connubio tra la ricerca nello spazio, il rispetto dell’ambiente e il “paradiso terrestre” della Sardegna sarebbe una miscela esplosiva capace di riassegnare all’Isola e al Mediterraneo un ruolo strategico, non solo nel gotha del turismo mondiale. Elon Musk, del resto, è uno abituato ad osare nelle missioni impossibili.

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