Ci sono dentighe, santu pedru, catrucca, calamaru, salpa, palaia, serraina, cabidone e trascjina (unico equipaggio femminile) a bordo dei chiattini che, oggi pomeriggio, si sono sfidati, messi a dura prova da un maestrale sostenuto, nello specchio acqueo che lambisce il quartiere Tilibbas, nella manifestazione Sia e Voga, organizzata dalla cooperativa La Marina di Tilibbas. Secondo squillo di tromba (il primo avvisa della partenza), i dieci chiattini hanno gareggiato in una competizione (amatoriale) a cronometro in un campo di gara di duecento metri.

La manifestazione, iscritta nel calendario nazionale delle competizioni non agonistiche della Federazione italiana canottaggio sedili fissi, che si ripete due volte nel mese di luglio e rappresenta la festa de La Marina di Tilibbas, nasce per conservare la memoria dell'unica imbarcazione utilizzata dai vecchi pescatori terranovesi per la caratteristica chiglia piatta che consentiva di navigare le basse profondità del Golfo e di raggiungere agevolmente la riva.

«La manifestazione è un modo di mantenere vivo uno dei simboli identitari della comunità olbiese trasformando l'utilizzo del chiattino da mezzo per sfamare la famiglia a motore per alimentare la passione delle tradizioni», ha detto il presidente de La Marina di Tilibbas, Antonio Biddau.

Sia e Voga è nata nel 2014 quando un gruppo di volontari, sostenuto dall'allora Comandante della Capitaneria di porto di Olbia e commissario straordinario per l'Autorità portuale, contrammiraglio Nunzio Martello, e dall'amministrazione comunale guidata da Gianni Giovannelli, hanno riqualificato un approdo abusivo e malsano in un'ansa del Golfo con quattro pontili per l'attracco delle barche di soci e tesserati.

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