A distanza di 14 anni dai fatti, si chiude il caso del più clamoroso furto nella storia della Costa Smeralda. La Corte d’Appello di Sassari ha rigettato il ricorso dei legali della principessa della Casa reale saudita, Deema Bint Sultan Bin Abdulaziz, che chiedeva 9 milioni e 900mila euro di risarcimento per il furto messo a segno il 5 agosto del 2009, nella suite presidenziale dell’hotel Colonna Pevero di Porto Cervo.

La principessa, assistita dagli avvocati Carlo Dalla Vedova e Federico Igor Ludwig, dopo una cena, scoprì che la cassaforte (con all’interno i gioielli, 200 mila euro e 100 mila dollari) era stata portata via. Successivamente emerse che la porta della suite era stata aperta senza scasso. I sauditi hanno promosso una causa civile contro la società proprietaria dell’albergo, la Cordero srl di Olbia (rappresentata dagli avvocati Antonio Romei, Pierantonio Morabito e Stefano Oggiano). Causa definita con una sentenza (ora passata in giudicato) che non accoglie le istanze della principessa.

La Cordero srl, non solo non pagherà i quasi dieci milioni di euro di risarcimento, ma ha ottenuto una sentenza che condanna la principessa Dema a versare circa 10mila euro per le consumazioni e l’utilizzo del centro benessere dell’hotel Colonna. Secondo la proprietà, infatti, la principessa, andando via dall’albergo evidentemente contrariata, non avrebbe pagato gli extra. La Corte d’Appello di Sassari ha confermato, nella sostanza, la sentenza di primo grado del Tribunale di Tempio. I Carabinieri e i Servizi segreti riuscirono a trovare una parte del bottino e a restituirlo alla principessa Dema. Un pregiudicato olbiese avrebbe aiutato l’Arma a recuperare i gioielli, trovati nell’intercapedine di una cabina di un traghetto.

© Riproduzione riservata