Una battaglia decisiva, di quelle che valgono la guerra: l’ha vinta il sindaco di Olbia Settimo Nizzi davanti al Tar nella tormentata vicenda che riguarda la villa, attualmente sotto sequestro, in località Sottomonte. I giudici amministrativi hanno accolto il suo ricorso, con le argomentazioni degli avvocati Sergio Deiana e Leonardo Salvemini, e annullato il diniego di permesso di costruire del Comune di Golfo Aranci. Gli uffici comunali dovranno perciò applicare la sentenza e riesaminare la pratica in base alle valutazioni dei giudici che hanno riconosciute valide le autorizzazioni paesaggistiche. Un passaggio amministrativo che farebbe cadere anche le accuse di abuso edilizio nel procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica di Tempio che ha portato al sequestro dell’immobile da parte del Corpo forestale e al successivo sgombero.

Il caso

Nizzi, con i suoi avvocati, ha portato avanti la battaglia giudiziaria in tutte le sedi e in tutti i gradi di giudizio. Le contestazioni della Procura riguardano due aspetti: secondo i Pm la villa è stata costruita a permesso scaduto e, inoltre, ci sarebbe una variante non autorizzata su un seminterrato. Il gip su queste basi ha ordinato il sequestro preventivo dell’intero fabbricato nell’ottobre del 2019. Nel febbraio di quest’anno Nizzi ha presentato al Comune di Golfo Aranci un’istanza di accertamento di conformità, considerando efficaci i titoli già acquisiti, un atto sul quale i legali del sindaco puntavano anche per l’aspetto penale, ma a maggio è arrivato il diniego degli uffici.

Le motivazioni

Ora però la sentenza del Tar capovolge la questione annullando l’atto e stabilendo che il Comune dovrà nuovamente pronunciarsi sull’istanza “non considerando decaduti i già rilasciati titoli paesaggistici quale conseguenza dell’intervenuta decadenza del permesso di costruire”. Un punto, questo, particolarmente rilevante. Secondo i giudici amministrativi le due autorizzazioni paesaggistiche hanno conservato la loro efficacia quinquennale e “l’intero manufatto può considerarsi realizzato sulla scorta di un titolo paesaggistico valido ed efficace”. Non solo: il Tar giudica anche fondata la motivazione di un appiattimento del Comune sulle valutazioni del procedimento penale e rileva che la normativa “contempla la sospensione dell’esercizio dell’azione penale sino alla conclusione del procedimento amministrativo sulla richiesta di sanatoria”. «La decisione odierna è di fondamentale importanza. – commenta l’avvocato Sergio Deiana – Ora riflettiamo sui prossimi passi e contiamo di far rientrare al più presto Settimo Nizzi a casa sua».

Caterina De Roberto

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