Arzachena, uccise a bastonate il padre: chiesta la perizia per Michele Fresi
Parti civili l’ex fidanzata, la compagna della vittima e i due carabinieri che erano stati aggrediti, uno dei quali ha riportato danni permanenti a un occhioPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Si è aperto questa mattina a Sassari, in Corte d’assise, il processo per l’omicidio di Giovanni Fresi, ucciso a bastonate il 26 dicembre del 2023 ad Arzachena. Imputato il figlio Michele, che era presente in aula e che ha assistito a tutta l’udienza in piedi, fissando la Corte.
Il pubblico ministero della Procura di Tempio, Gregorio Capasso, ha definito questa vicenda una «tragedia familiare». Michele Fresi quel giorno, prima di colpire la fidanzata al volto e di uccidere il padre, aveva assunto un grossissimo quantitativo di droga. Dopo l’omicidio aveva anche ferito gravemente due carabinieri.
Costituiti parti civili la compagna della vittima, la fidanzata di Fresi, assistita dall’avvocato Giampaolo Murrighile, e i due carabinieri. Uno dei due militari, assistito dall’avvocato Jacopo Merlini, ha riportato danni irreversibili ad un occhio.
Pierfranco Tirotto, che difende Fresi, ha chiesto la perizia sulla condizione del suo assistito con la Corte che si è riservata.
Prossima udienza il 12 dicembre.