Per fermare Daniele Frisciata (40 anni, arzachenese, enologo) tre anni fa la Moet&Chandon aveva ingaggiato una squadra di investigatori privati.

La prestigiosa casa produttrice di champagne, era stata contattata da un collezionista di New York, che dopo aver acquistato online da Frisciata una bottiglia di Dom Perignon del 1956 (pagata oltre 10mila euro) aveva scoperto che si trattava di champagne comprato a buon prezzo in un supermercato.

Frisciata, difeso dagli avvocati Gerolamo e Filippo Orecchioni, ha subito un processo per truffa, il cui esito appariva abbastanza scontato, visto il materiale sequestrato dai Carabinieri nella sua abitazione.

Ma il colpo di scena è arrivato quando i legali dell’enologo hanno fatto notare al giudice di Tempio, Daniela Di Carlo, che nessuno dei collezionisti truffati aveva denunciato l’arzachenese.

Quindi, senza querela, processo chiuso con la formula del non doversi procedere.

Frisciata è stato condannato solo per il reato di contraffazione.
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