Con una mano sistema la carrozzina, con l'altra stringe la pergamena appena consegnata. "Questa laurea è un pò come una rivincita".

Nei confronti della vita? "No, di me stessa".

Il 27 agosto 2005 Viktorya Shablova Pistis è appena arrivata all'aeroporto di Minsk.

È partita da Cagliari dopo due mesi di vacanza terapeutica per cercare di liberarsi dalle radiazioni di Chernobyl insieme al fratello Dimitri, più grande di due anni. Ci sono i genitori ad attenderli, li abbracciano, poi salgono in macchina diretti verso casa. Un tragitto fatto tante volte ma quel giorno è diverso: scontro frontale, l'urto è violentissimo, la macchina si ribalta. Viktorya perde il padre e l'uso delle gambe. Oggi ha ventiquattro anni, ha saldato i conti col passato e ritrovato la serenità.
© Riproduzione riservata