Tra chi ci lavora, c’è chi racconta di vessazioni, trasferimenti improvvisi e sede di lavoro non a norma. Poi ci sono quelli che potrebbero entrarci: sono idonei, ma restano tagliati fuori perché le graduatorie non vengono utilizzate e si fanno concorsi per le stesse figure professionali. 

La denuncia su ciò che succede all’interno (e fuori) di Laore, agenzia per l'attuazione dei programmi regionali in campo agricolo e per lo sviluppo rurale con 800 dipendenti, arriva dal sindacato generale di base, con una nota inviata dal rappresentante dei lavoratori, Luca Locci.

Per i dipendenti «non avere padri e padrini vuol dire l’inizio della via crucis, ovvero “occulti” traslochi umani senza nessun preavviso», si legge in una nota.  Oggi «ancora una volta il lavoratore prende servizio trovandosi tutta la sua documentazione dentro scatole e scatoloni. Il suo pc è stato spostato». Non solo. Locci sottolinea che «i bagni si presentano con le mattonelle dissestate, i balconi sono avvolti da una rete, gli uffici sono sovraffollati e pieni di scatoloni a rischio incendio». 

In via Caprera a Cagliari, sede dell’agenzia, cinque piani sono occupati da Argea «e non si capisce perché la Regione non utilizzi gli spazi dell’ormai abbandonato ex assessorato ai Trasporti, lì davanti». 

Da qui l’appello al commissario straordinario, Mimmo Solina, affinché «ponga fine a questi atteggiamenti che “odorano” più di atteggiamenti ritorsivi che di riorganizzazione aziendale». 

Il sindacato porta in piazza anche gli idonei in graduatoria che non vengono chiamati: il 21 dicembre alle 10 saranno davanti al consiglio regionale «per protestare contro il concorsificio della Ras». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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