Claudia (il nome è stato omesso dalla redazione per rispetto della privacy del figlio, minore) è una mamma cagliaritana alle prese col silenzio assordante delle istituzioni in tema di violenza famigliare.

È una delle tante migliaia di vittime del proprio – in questo caso ex – marito.

Dopo l'ennesima violenza, infertale proprio nei giorni in cui il Governo italiano presentava con grande orgoglio il nuovo "Codice rosso", corsia preferenziale per dare ascolto a chi denuncia, ha contattato L'Unione Sarda.it per dire che di questo genere di maltrattamenti tanto si parla, ma poi al lato pratico nessuno interviene "per dare una mano alle donne che dicono basta e che rimangono vive, come se si potesse parlarne solo se c'è un cadavere. Mentre l'aiuto è necessario proprio quando i fatti si verificano".

Claudia racconta: "Sono una sopravvissuta. Appena qualche anno fa ho visto la morte in faccia, sono stata quasi uccisa dal mio ex marito. Ho denunciato il fatto, e l'ho ovviamente lasciato. Sono andata a vivere per conto mio e ho portato con me mia figlia minorenne. Ma da allora sono stata completamente abbandonata dalle Istituzioni, da chi si riempie la bocca di tanti buoni propositi ma poi all'atto pratico non fa nulla per tutelare le vittime e garantire una vita migliore a chi ha soprattutto il coraggio di dire basta e ribellarsi alla violenza".

Dopo il fatto più tragico, l'ex marito non ha smesso di tormentare Claudia e la figlia.

E l'ultimo episodio "appena qualche giorno fa", con una "vendetta" che non può essere annoverata fra le violenze fisiche, ma che non per questo fa meno male: "Ci ha fatto tagliare la corrente dall'Enel, e ha lasciato me e mia figlia al freddo e senza luce in casa da un giorno all'altro. Ci siamo riparate in hotel grazie al supporto economico di mia madre, e ora ci stiamo attivando per poter riattivare le utenze e tornare il prima possibile alla normalità. Ma mi chiedo se episodi di questo tipo possano passare inosservati. La verità è che per chi come me vive situazioni di questo tipo, una via d'uscita non esiste. Denunce su denunce, ma alla fine ve lo dico io quale è il nostro destino: dobbiamo morire e basta. E nessuno parla di noi finché non diventiamo un numero delle terribili statistiche sul femminicidio in Italia".

"Il "Codice rosso" una corsia preferenziale? - prosegue - Speriamo che sia davvero così, perché io non ci credo. Proprio ieri mi sono recata dalle autorità per sporgere l'ennesima denuncia: sono stata liquidata con poche parole e grandissima indifferenza. E questo nonostante di mezzo ci sia anche una figlia minorenne cui è stata tolta ogni serenità".

(Unioneonline/v.l.)
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