«I giornalisti italiani si mobilitano e scendono in piazza per difendere la libertà di stampa e contrastare la deriva di un linguaggio della politica fatto di insulti e minacce a chi ogni giorno svolge il proprio dovere di informare i cittadini». Così il comunicato dell'associazione stampa sarda con il quale si annuncia il flash mob di questa mattina in piazza Palazzo per protestare contro gli insulti di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista che dopo l'assoluzione di Virginia Raggi hanno definito i cronisti «sciacalli» e «puttane».

La mobilitazione

«Attacchi a una categoria di professionisti, ma soprattutto all'articolo 21 della Costituzione e ai valori fondamentali della democrazia, che mettono a rischio il diritto ad essere informati». Per questo la Federazione nazionale della Stampa italiana e le Associazioni Regionali di Stampa hanno organizzato dei flash mob per dire "Basta attacchi ai giornalisti" e "Giù le mani dal l'informazione".

Info

L'appuntamento è alle 12 in piazza Palazzo. Alla mobilitazione hanno aderito finora: il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e gli Ordini regionali dei giornalisti; Usigrai; Anpi; Articolo21; Associazione Amici di Roberto Morrione; Associazione Carta di Roma; Associazione Giulia Giornaliste; Libera; Libera Informazione; Associazione NoiAntimafia di Ostia; Progressi; Rete NoBavaglio; Riforma.it; Ucsi; Ungp; rappresentanti delle istituzioni.

La solidarietà

«La libertà di stampa ha grande valore - ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella -. Al mattino leggo i giornali: notizie e commenti, quelli che condivido e quelli che non condivido e forse questi secondi per me sono ancora più importanti. Perché è importante conoscere il parere degli altri, le loro valutazioni. E per questo ha un grande valore la libertà di stampa, perché, anche leggere cose che non si condividono, anche se si ritengono sbagliate, consente e aiuta a riflettere». Solidarietà anche da parte del segretario generale della UilCom Sardegna Tonino Ortega: «Non possiamo che preoccuparci se l'informazione libera è messa in discussione da pesanti attacchi provenienti da un partito con importanti responsabilità di governo».
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