La precarietà lavorativa in Sardegna è ormai allarmante: solo il 10% dei contratti è a tempo indeterminato, mentre il restante 90% è caratterizzato da flessibilità estrema e stagionalità. Una condizione che colpisce migliaia di lavoratori e che spinge la Cgil a mobilitarsi su più fronti.

Giovedì si terrà un’assemblea alla Fiera, con quadri, delegati e cittadini per lanciare ufficialmente la campagna referendaria su lavoro e diritti. Quattro quesiti riguarderanno l’abolizione delle norme più dannose del Jobs Act, tra cui quelle che hanno favorito la precarietà e ridotto le tutele dei lavoratori. Un quinto referendum, invece, mira ad abbreviare i tempi di ottenimento della cittadinanza italiana per gli stranieri che vivono e lavorano stabilmente nel Paese. Concluderà l’incontro il segretario generale Maurizio Landini.

La Cgil chiede al Governo di fissare al più presto la data del referendum, che dovrà svolgersi tra il 15 aprile e il 15 giugno. Per garantire una reale partecipazione, i sindacati chiedono che il voto avvenga in una domenica favorevole all’affluenza e che venga introdotta una soluzione per permettere a studenti e lavoratori fuori sede di esercitare il loro diritto di voto senza ostacoli.

«Serve un impegno concreto per riportare il lavoro e i diritti al centro dell’agenda politica», sottolinea ancora Durante. «Non possiamo più accettare che le decisioni sul futuro di migliaia di lavoratori vengano rimandate all’infinito».

In attesa della data ufficiale del referendum, la Cgil annuncia un’ampia mobilitazione in tutta l’Isola. Saranno organizzati comitati locali in ogni paese, quartiere e frazione, con l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini nella campagna referendaria.

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