Ucraina tra pace e terre rare: il negoziato delle multinazionali?
«Zelensky comico mediocre? Il suo successo sulle tv russe. La sua elezione? Era il meno favorito e ha vinto». Ugo Poletti, direttore di Odessa Journal e autore per Rizzoli del libro ‘’Nel cuore di Odessa’’, commenta gli attacchi di Donald Trump al presidente dell’Ucraina. «La prima impressione – osserva Poletti – è stata quella di un tappeto rosso riservato a Putin, necessario a portarlo al tavolo della trattativa. Ma ora le accuse sono molto pesanti e gli ucraini pensano che gli americani vogliano sacrificare il loro territorio». La città intanto, patrimonio dell’Unesco, è sotto attacco. «Agli occidentali può sembrare strano, con un negoziato in corso. In realtà – precisa Poletti – i russi agiscono così per aumentare il loro peso nelle trattative».
Sull’ipotesi dell’interesse americano per le terre rare dell’Ucraina, Poletti individua un nesso col percorso per la fine della guerra: «Quei giacimenti interessano davvero, ma non si può pensare che una multinazionale americana inizi investimenti e perforazioni senza garanzie di sicurezza. Quindi questo può accelerare l’intesa per la pace».
Resta l’incognita sull’affidabilità dell’Europa. Poletti ricorda quanto gli ucraini amano lo stile di vita occidentale: «È stata la scoperta che ha messo in minoranza i filorussi. Ora temono l’effetto Trump e l’esclusione dell’Europa dai tavoli del negoziato».
Ugo Poletti era ospite di Radar, su Videolina.